Benedetto XVI all'ambasciatore cubano: miglioramenti in tema di libertà religiosa
nell'Isola. Il disgelo con gli Usa una chance di progresso
Il disgelo con gli Stati Uniti, il miglioramento della libertà religiosa, la crisi
economica mondiale che l’embargo ha reso più acuta e che richiede sia affrontata “su
solide basi etiche” per la difesa dei diritti di tutti: sono gli elementi principali
constatati da Benedetto XVI nella sua disamina della situazione di Cuba, affrontata
nel discorso rivolto al nuovo ambasciatore dell’Isola caraibica presso la Santa Sede,
Eduardo Delgado Bermudéz. Il Papa lo ha ricevuto stamattina in Vaticano per la presentazione
delle Lettere credenziali. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Circa dodici
anni fa, in un contesto internazionale molto diverso, l’auspicio di Giovanni Paolo
II risuonò nei Caraibi e nel mondo: "Che Cuba si apra con tutte le sue meravigliose
possibilità al mondo e il mondo si apra a Cuba ". Un decennio dopo, Benedetto
XVI ha potuto constatare che quell’auspicio si è trasformato in un percorso in parte
compiuto - “tra aspettative e difficoltà” - dall’Isola e i suoi abitanti.
Cuba, ha riconosciuto il Papa, “ha raggiunto un ruolo decisivo, in particolare
nel contesto economico e politico dei Caraibi e dell'America Latina”. Ma, rispetto
al 1998, sono soprattutto le aperture registrate con il vicino gigante nordamericano
ad aver schiuso la possibilità di una storia diversa dal passato: “Alcuni
segnali di un disgelo nei rapporti con i vicini Stati Uniti farebbero presagire nuove
opportunità per un approccio reciprocamente vantaggioso, nel pieno rispetto della
sovranità e del diritto degli Stati e dei loro cittadini”. Oggi, ha
osservato Benedetto XVI, Cuba si segnala per la sua collaborazione con molte nazioni
“in settori vitali come l'alfabetizzazione e la salute” e nella promozione della cooperazione
e la solidarietà internazionale”. E questo nonostante l’attuale scenario internazionale
costringa i governi - ha affermato il Pontefice - a “porre rimedio alle gravi conseguenze
della crisi finanziaria, senza trascurare le esigenze fondamentali dei cittadini”:
“Come molti altri Paesi, anche il suo subisce le conseguenze della crisi
globale che, unita agli effetti devastanti delle calamità naturali e dell’embargo
economico, colpisce soprattutto le persone e le famiglie più povere. In questa complessa
situazione si manifesta una volta di più l’urgente necessità di una economia che,
costruita su solide basi etiche, ponga la persona e i suoi diritti, il suo benessere
materiale e spirituale, al centro dei suoi interessi”. Impegnata “con
grande intensità” da mesi nei preparativi per la celebrazione, nel 2012, del quarto
centenario della scoperta e della presenza dell'immagine benedetta della Madonna della
Carità, Madre e Patrona di Cuba, la Chiesa caraibica è una istituzione, ha assicurato
il Papa, che “si sente vicina alla popolazione” e che “vuole contribuire con il suo
aiuto modesto ed efficace”. Il “rafforzamento della cooperazione raggiunto con le
autorità nel suo Paese”, ha constatato Benedetto XVI, ha permesso “la realizzazione
dei grandi progetti e l'assistenza alla ricostruzione, in particolare durante le calamità
naturali”. In questo clima positivo, ha auspicato il Papa: “Spero
continuino a moltiplicarsi i segnali concreti di apertura per l'esercizio della libertà
religiosa, come è stato fatto negli ultimi anni, come ad esempio la possibilità di
celebrare la Messa in alcune carceri, di realizzare processioni religiose, di provvedere
alla riparazione e alla restituzione di alcuni templi e alla costruzione di alcune
case religiose, o la possibilità di disporre di tutele sociali per sacerdoti e religiosi.
Così la comunità cattolica può esercitare più liberamente il suo compito pastorale
specifico”. Le antiche radici cristiane, ha proseguito
il Papa, hanno donato a Cuba “uno straordinario patrimonio spirituale e morale
che ha contribuito in modo decisivo a creare l'‘anima’ cubana, dandole un carattere
e una personalità propria”, insegnandole quei valori morali e spirituali, come
il rispetto per la vita dal concepimento alla morte naturale che, ha ribadito il Pontefice,
“rendono l'esistenza umana più degna”. Dunque, sarebbe auspicabile, ha concluso
Benedetto XVI, che il dialogo con le autorità cubane, in modo analogo ad altre nazioni,
porti alla definizione di un quadro normativo per il “corretto e mai interrotto rapporto
tra il Vaticano e Cuba”, che garantisca un adeguato sviluppo della vita e dell'attività
pastorale della Chiesa in quella nazione”:“In questo senso, il servizio
principale fornito alla Chiesa cubana è l'annuncio di Gesù Cristo e il suo messaggio
di amore, di perdono e di riconciliazione nella verità. Una popolo che percorre questo
cammino di armonia è un popolo che nutre la speranza di un futuro migliore”.