Per il vescovo di Baghdad, Warduni, la strage di ieri è una risposta all'accordo sulle
elezioni
Una risposta “incivile e incosciente” al recente accordo sulla legge elettorale, che
ha colpito “civili innocenti, fra cui donne e bambini” vittime di “interessi di partiti,
etnie e nemici esterni” davanti ai quali “proviamo un senso di impotenza”. È quanto
afferma ad AsiaNews mons. Shlemon Warduni, vescovo ausiliare di Baghdad, all’indomani
dei cinque attentati che hanno insanguinato le strade della capitale irakena. Nel
mirino dei terroristi la zona di Nahda, che ospita alcuni edifici del Ministero degli
interni. Danneggiata anche la sede del Patriarcato cattolico caldeo: l’onda d’urto
provocata dall’esplosione ha distrutto porte e finestre dell’edificio. “Gli irakeni
sono provati – spiega mons. Warduni – da una serie di attacchi incivili e incoscienti,
che hanno ucciso, mutilato, ferito anche vittime innocenti, come donne e bambini”.
La Chiesa è “preoccupata” per la deriva di violenze e terrore che insanguina l’Iraq;
“la mancanza di sicurezza spinge le persone a fuggire” e fra la gente serpeggia un
clima di “demoralizzazione, paura, sfiducia”. L’ausiliare di Baghdad aggiunge che
“il governo non ha la forza per assicurare la pace”, la legge non viene rispettata
e “i molti nemici esterni del Paese contribuiscono a complicare ancora di più il quadro”.
“In Iraq vi è un grave problema politico e di interessi – spiega – che riguarda l’intera
comunità internazionale. I poveri, la popolazione è chiusa in una trappola da cui
non riesce a uscire”. Gli attentati all’indomani dell’accordo sulla legge elettorale,
prosegue il prelato, sono la dimostrazione degli “interessi di partiti ed etnie” che
perseguono la logica della violenza piuttosto che lo scontro politico. “Il mondo si
allontana da Dio e va per conto suo – conclude mons. Warduni – e anche i cristiani
sono deboli. Bisogna avere più ardore nella fede cristiana. Pregare per la pace”.
(R.P.)