2009-12-09 13:16:28

L'appello del Papa sulle mine antipersona: armi "disumane", si vieti la produzione e si assistano le vittime causate da questi e altri ordigni


“Un appello a tutti gli Stati affinché riconoscano le deplorevoli conseguenze umanitarie delle mine antipersona”. Lo ha levato Benedetto XVI attraverso un messaggio, a firma del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, letto durante la recente Conferenza di Cartagena dedicata al divieto d'impiego, di stoccaggio e di produzione di questi micidiali ordigni. Il Papa ha invocato solidarietà concreta per le vittime, invitando a fare altrettanto anche per le vittime delle bombe a grappolo e delle armi leggere. La garanzia per la pace, ha affermato il Pontefice, non si ottiene con le armi e non può essere solo una “questione militare”. Il servizio di Alessandro De Carolis:RealAudioMP3

Un “grande compito”, che in dieci anni ha portato a un “risultato importante”: quello di “aprire la via a un mondo senza mine antipersona”. Benedetto XVI, nel messaggio firmato dal suo segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone, si congratula con quei Paesi, scrive, che hanno deciso di “liberare” il pianeta dalla minaccia di questi terribili ordigni. E tuttavia, accanto ai riconoscimenti, il Papa guarda avanti: a una “volontà politica e umanitaria” di assistenza alle vittime che, afferma, deve essere rinnovata “ogni giorno”. E guarda soprattutto a un futuro dove non solo le mine antipersona cessino di esigere il loro drammatico tributo di sangue - spesso innocente - ma siano ridotti al silenzio anche gli altri micidiali dispositivi che riempiono gli arsenali di molti Stati e di lutti troppe famiglie. “Come si può discriminare - nota in proposito Benedetto XVI - fra le vittime delle mine antipersona e quelle delle bombe a grappolo o delle armi leggere e di piccolo calibro? Come si può sviluppare un'azione di bonifica di una sola di queste armi senza tener conto delle altre? Come è possibile - incalza ancora - proibire le mine antipersona e continuare a contaminare impunemente ampie zone con armi disumane, come le bombe a grappolo, che in buona parte funzionano come mine antipersona?” La “difesa degli interessi nazionali - asserisce il Papa - non può mai né deve andare a detrimento delle popolazioni civili, in particolare dei più deboli”.

 
In questo scenario, il Pontefice indica nel “multiralismo rinnovato” un modello di azione diplomatica sperimentato “con innegabili successi” specie nel quadro della Convenzione sulle bombe a grappolo. “Occorre - osserva - incoraggiare la collaborazione fra gli Stati”, come pure con l’Onu, il Comitato internazionale della Croce Rossa e gli altri organismi sovranazionali” affinché di tali ordigni venga vietata la produzione, siano distrutti gli esistenti e siano bonificate le aree dove sono disseminati. La Santa Sede, si legge nel testo del Papa, “fa in questa occasione un appello a tutti gli Stati affinché riconoscano le deplorevoli conseguenze umanitarie delle mine antipersona. In effetti, l'esperienza mostra che queste armi hanno causato più vittime e danni fra la popolazione civile, che bisognerebbe difendere, di quanto siano servite per difendere gli Stati". Al contrario, stigmatizza Benedetto XVI, "le migliaia di vittime che continuano a provocare ci ricordano, nel caso fosse ancora necessario ripeterlo, la chimera di voler costruire la pace e la stabilità con una visione esclusivamente militare”. In questo momento di crisi, ribadisce, "è imperativo non dimenticare il nostro dovere di essere solidali, di condividere e di agire con giustizia nei riguardi dei Paesi più colpiti e meno favoriti".







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