2009-12-08 11:40:00

Un libro rilancia la cooperazione Stato-Chiesa in Turchia


E’ uscito recentemente il primo libro pubblicato dal governo turco per la Chiesa cattolica: il volume ricostruisce le tappe più importanti dell’Ospedale “La Pace” di Istanbul, gestito dalla Congregazione delle Figlie della Carità. Quale il significato di questa pubblicazione? Davide Dionisi lo ha chiesto a Rinaldo Marmara, direttore di Caritas Turchia e portavoce della Conferenza episcopale turca:RealAudioMP3

R. – Secondo me più che un libro questo è un simbolo che segue il programma di apertura del governo turco. E’ il primo libro pubblicato da un ente governativo per la Chiesa cattolica in Turchia.

 
D. – Di che cosa tratta la pubblicazione?

 
R. – Il libro parla dell’ospedale delle Figlie della Carità, l’ospedale La Paix, costruito durante la guerra di Crimea. Le Figlie della Carità durante la guerra di Crimea hanno aiutato anche i soldati ottomani ed il sultano, riconoscente, ha dato loro un terreno ed anche 50 mila franchi per la costruzione. Adesso hanno festeggiato il 150.mo anniversario e il governo ha voluto fare questa pubblicazione.

 
D. – Secondo lei questa è un’apertura nei confronti della Chiesa cattolica, considerate le difficoltà che la Chiesa cattolica vive in Turchia?

 
R. – C’è più di un’apertura, in un certo senso potremmo dire un riconoscimento dell’opera caritatevole delle Figlie della Carità, della presenza della Chiesa cattolica in Turchia.

 
D. – I rapporti però tra governo e Chiesa cattolica non sono stati sempre sereni. La visita di Benedetto XVI, in qualche modo, ha aperto nuove frontiere e nuovi orizzonti, cui però è seguito il problema della Chiesa di Tarso ed oggi questa pubblicazione. Secondo lei i rapporti, attualmente, come sono?

 
R. – Secondo me quando c’è un evento negativo bisogna sottolinearlo, parlarne. Ma anche quando avvengono cose positive come appunto la pubblicazione del libro, bisogna parlarne.

 
D. – Come giudica i rapporti tra la Chiesa cattolica e le altre confessioni; a che punto sono?

 
R. – I rapporti sono sempre buoni, si fanno passi avanti: noi siamo una piccola minoranza.

 
D. – Secondo lei l'intervento del governo turco è finalizzato solo ad un riconoscimento del lavoro delle Figlie della Carità oppure c’è dell’altro?

 
R. – C’è il riconoscimento delle Figlie della Carità come anche il riconoscimento dell’opera della Chiesa cattolica in Turchia. Perciò dico che questo libro è molto importante, è un simbolo di apertura, di riconoscimento della Chiesa cattolica. Esso sta a significare che le relazioni possono andare ancora più avanti; speriamo di far sentire la presenza della Chiesa cattolica in Turchia, perché siamo sì una piccola Chiesa, ma dobbiamo comunque fare del nostro meglio per farci conoscere, per affermare la nostra esistenza in Turchia.(Montaggio a cura di Maria Brigini)







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