L’Avvento, tempo di preparazione al Natale e di apertura alla speranza
L’Avvento è un tempo di preparazione alla Venuta del Signore, un tempo di riflessione
sul messaggio di speranza proposto da Sant’Agostino: “Rialzati! Per te Dio si è fatto
uomo”. “La riflessione ci porta allora a considerare cosa Dio ha fatto per me e ciò
che io ho fatto per Lui”. E’ quanto scrive nel messaggio per l’Avvento l’arcivescovo
metropolita di Reggio Calabria, mons. Vittorio Mondello, intervistato da Fabio
Colagrande:
R. – Purtroppo
il problema vero diventa riconoscere ciò che Dio ha fatto per noi e molto spesso non
siamo pronti a riconoscerlo, ma soprattutto ciò che noi abbiamo fatto per Dio, perché
molte volte noi vorremmo Dio al nostro servizio e non siamo pronti, invece, a rispondere
a quello che Lui ci propone, ad accogliere quindi il suo amore e a indirizzare la
nostra vita secondo il Suo insegnamento. Noi puntiamo soprattutto nella formazione
di cristiani adulti, che sappiano dare la loro testimonianza di vita senza ambiguità,
soprattutto nel campo nel quale il Signore li mette a lavorare e quindi in tutti i
campi, ma in modo particolare nella politica e nel campo del sociale.
D.
– Lei scrive inoltre: “ … ogni rifiuto dell’altro sia esso un immigrato, un avanzo
di galera, un povero, un ammalato, è un rifiuto di Cristo stesso”. Sono parole che
nascono dal Vangelo, che hanno chiara applicazione pratica, concreta…
R.
– Purtroppo noi stiamo costatando come spesso davanti a difficoltà personali, interne,
con questa crisi, si trovano poi a mettersi in contrasto con gli immigrati, con persone
che vengono da altri posti, come se fossero degli intrusi che tolgono il pane di bocca
a quelli che già poco ne hanno di questo pane. Questa visuale, non è cristiana evidentemente,
e non è la visuale migliore per risolvere questi problemi. Per noi, come cristiani,
tutti gli uomini devono essere considerati nostri fratelli a qualunque lingua, razza,
popolo, nazionalità o fede appartengano. Questo è il principio. Non si può vivere
il Natale con il rifiuto dell’altro chiunque esso sia. Bisogna che ci sia in noi questa
capacità di accoglienza, questa capacità di sentirci fratelli con tutti gli altri
uomini e soprattutto con quelli che sono in maggiore difficoltà. “Qualunque cosa avete
fatto al più piccolo dei miei fratelli, l’avete fatto a me”, dice il Vangelo.
D.
– Domenica 12 dicembre avrete in diocesi la benedizione delle statuine del bambinello,
una tradizione che segna ormai l’avvicinarsi del Natale.
R.
– Questa della benedizione del bambinello è una tradizione per noi molto antica e
l’abbiamo voluta mantenere dando come finalità quella non solo di aiutare i bambini
a comprendere quanto sia importante il Natale e quindi avere il bambinello benedetto
da mettere nella grotta del presepe fatta nelle loro case, ma anche per fare una raccolta
per aiutare i bambini poveri di Gerusalemme. Fatta dai bambini proprio, non si tratta
di una cifra enorme, si aggira sui 2000 euro, ma è raccolta dai bambini e mandata
al Patriarca di Gerusalemme, che ogni anno ci risponde e ci ringrazia.