I Grandi della Terra tendano la mano verso i Paesi poveri: l’appello dell’associazione
“Greenaccord” per la Conferenza di Copenaghen sul clima
Si apre domani a Copenaghen la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici
per cercare di raggiungere un nuovo accordo mondiale sulla riduzione dei "gas serra".
La Conferenza, che si concluderà il 18 dicembre, vedrà nella sua fase finale la partecipazione
di oltre 100 capi di Stato e di governo, tra cui il presidente degli Stati Uniti,
Barack Obama. Sulle aspettative per questo importante evento, Marina Tomarro
ha intervistato Andrea Masullo presidente del comitato scientifico di Greenaccord,
associazione culturale d’ispirazione cristiana per la salvaguardia del Creato:
R. – L’aspettativa
è che si giunga ad un accordo definitivo preciso e vincolante che coinvolga sia i
Paesi industrializzati che i Paesi in via di sviluppo; che si risolva la controversia
tra questi due schieramenti, anche perché va ricordato che i Paesi in via di sviluppo
sono quelli che più fortemente stanno già oggi subendo le conseguenze dei cambiamenti
climatici, senza esserne i responsabili. Speriamo che ci sia un atteggiamento di disponibilità
da parte dei Paesi più ricchi per aiutare anche i Paesi poveri a fare la loro parte,
aiutarli economicamente come è necessario. D. – Quanto la presenza
di Obama al Vertice potrà contribuire ad un buon esito dei lavori? R.
– E’ di fondamentale importanza, perché conferma l’intenzione degli Stati Uniti –
tra l’altro dichiarata nei giorni scorsi – di entrare in campo e giocare la stessa
partita, aperta dai Paesi europei, cioè quella dell’impegno vincolante per la riduzione
delle emissioni. Anche se con difficoltà e con ritardo, è di fondamentale importanza
che gli Usa entrino in gioco, anche per poter creare quelle dinamiche di competizione
sui mercati, sulle tecnologie pulite che possono dare anche il coraggio e la spinta
all’Unione Europea di confermare gli impegni che hanno dichiarato di voler prendere. D.
– Benedetto XVI ha auspicato più volte nella sua Enciclica "Caritas in veritate" nuovi
stili di vita, più sobri. Quali possono essere questi nuovi stili di vita? R.
– Questo è molto importante: che ogni persona impronti la propria vita ad un maggior
senso di responsabilità e di consapevolezza, e soprattutto una maggiore sobrietà nei
consumi. Adesso siamo alla vigilia del Natale. Ci auguriamo che prevalga il senso
vero della festa: anche per chi magari non è credente, non prevalga semplicemente
l’euforia consumistica. D. – Invece, dall’altra parte, i Grandi
della Terra cosa potrebbero fare, tutti insieme? R. – I Grandi
della Terra dovrebbero tendere la mano ai Paesi in via di sviluppo, ai Paesi più poveri
che sono in prima linea nei cambiamenti climatici. Già oggi stanno subendo conseguenze
molto gravi, che sono soltanto l’anticipazione di quello che in futuro potrebbe accadere
in vaste parti del pianeta e anche da noi. Quindi, aiutarli in questo momento significa
anche aiutare noi stessi a risolvere i problemi che toccheranno anche noi in futuro.