La responsabilità davanti a Dio è decisiva per il retto agire politico: così il Papa
al concerto per i 20 anni dalla caduta del Muro di Berlino
La responsabilità davanti a Dio è di importanza decisiva per il retto agire politico:
così il Papa questa sera, al Concerto in suo onore nella Cappella Sistina. L’evento
ha commemorato i 60 anni della fondazione della Repubblica Federale di Germania e
il 20.mo anniversario della caduta del Muro di Berlino. In programma, l’Oratorio di
Natale BWV 248 di Johannes Sebastian Bach, interpretato dal Coro delle voci bianche
del Duomo di Augusta e dall’Orchestra da Camera della Residenza di Monaco di Baviera,
diretti dal Maestro Reinhard Kammler. Tra i presenti, il presidente federale tedesco
Horst Köhler, che ha offerto il concerto al Santo Padre. Il servizio di Isabella
Piro
(musica)
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maggio 1949 e 9 novembre 1989: due date fondamentali per la Germania, che hanno visto,
rispettivamente, la fondazione della Repubblica Federale e la caduta del Muro di Berlino,
quella “frontiera di morte”, dice il Papa, che per tanti anni ha diviso il Paese,
separando “a forza uomini, famiglie, vicini e amici”.
"Die
Ereignisse des 9. November 1989…."
Molti,
dice il Papa, allora avevano avvertito gli avvenimenti del 9 novembre 1989 come gli
albori inaspettati della libertà, dopo una lunga e sofferta notte di violenza ed oppressione
per un sistema totalitario che, alla fin fine, conduceva in un nichilismo, in uno
svuotamento delle anime. Nella dittatura comunista, continua Benedetto XVI, non vi
era azione alcuna che sarebbe stata ritenuta male in sé e sempre immorale. Ciò che
serviva agli obiettivi del partito era buono, per quanto disumano poteva pur essere.
Poi,
grazie alla Legge fondamentale, la Germania ha voltato pagina:
"Diese
Verfassung hat wesentlich zur friedlichen Entwicklung Deutschlands..."
Tale
Costituzione, sottolinea il Papa, ha contribuito essenzialmente allo sviluppo pacifico
della Germania nei sei decenni trascorsi. Perché essa esorta gli uomini a dare la
priorità, in responsabilità davanti a Dio Creatore, alla dignità umana, a rispettare
il matrimonio e la famiglia quali fondamento di ogni società, nonché ad avere riguardo
e profondo rispetto per quanto è sacro agli altri
Bisogna
quindi ringraziare Dio, afferma Benedetto XVI, perché lo sviluppo della Germania non
è merito dell’uomo, ma è stato reso possibile da uomini che hanno agito guardando
a Dio:
"Die europäische Geschichte des 20. Jahrhunderts
zeigt…"
La storia dell’Europa nel XX secolo dimostra che la responsabilità
davanti a Dio è di importanza decisiva per il retto agire politico, continua il Papa,
perché Dio ricongiunge gli uomini in una vera comunione. E tutti gli uomini, nella
comunione con Gesù Cristo, possono essere mediatori verso Dio, capaci di suscitare
un nuovo modo di pensare e di generare nuove energie al servizio di un umanesimo integrale.
In precedenza, nel suo indirizzo di saluto al Papa,
il presidente Köhler aveva ricordato le parole di Giovanni Paolo II:
"Habt
keine Angst! Öffnet, ja, reißt die Tore weit auf für Christus…."
quel
“Non abbiate paura! Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo, aprite le frontiere
degli Stati, dei sistemi politici ed economici, della civilizzazione e del progresso
alla sua potenza salvifica”. Parole, dice il presidente tedesco, di grande incoraggiamento
per i movimenti di liberazione dell’Europa centrale e orientale. Ma ora urgono soluzioni
per nuovi problemi, continua Köhler, come la povertà, la fame, il sottosviluppo, la
crisi finanziaria, i cambiamenti climatici perché “lo sviluppo dei popoli dipende
soprattutto dal fatto di riconoscersi come un’unica famiglia” in cui tutti i Paesi,
anche l’Africa, abbiano gli stessi diritti e doveri, e perché “ragione e fede sono
alla base di una politica mondiale di collaborazione”.