2009-12-04 14:57:28

Guinea Conakry: il capo della giunta militare ferito in un attentato


Sarebbe sotto controllo la situazione in Guinea Conakry dopo l’attentato che ha causato il ferimento del capo della giunta militare, capitano Moussa Dadis Camara. Il leader guineano, al potere con un golpe da 11 mesi, è stato trasferito in Marocco per essere curato. L'attacco è stato organizzato dal suo aiutante di campo, Aboucabar Toumba Diakite, subito arrestato, con l'aiuto di un gruppo di uomini armati. Sulla realtà sociale e politica della Guinea Conakry, Giancarlo La Vella ha intervistato Giuliano Basso della Comunità laici Missionari Cattolici, organizzazione non governativa internazionale, che opera con numerose iniziative nel Paese africano:RealAudioMP3

R. – E’ il primo Paese che ha avuto l’indipendenza dalla Francia, nel ’58, proprio perché aveva rifiutato le proposte di Parigi di far parte della comunità francese, dicendo che preferiva la libertà nella povertà che la ricchezza nella schiavitù. Oggi è un Paese fra i più poveri ed è anche vittima della corruzione e dell’accaparramento dei beni da parte di una ristretta élite, con l’aiuto anche di potenze e poteri economici stranieri.

 
D. – Che cosa potrebbe esserci dietro questo tentativo di sovvertire la situazione in Guinea Conakry?

 
R. – E’ difficile dire se si tratta di un gesto isolato, oppure se dietro ci sia una parte dell’esercito e se i militari siano divisi fra chi è a favore del presidente e chi vorrebbe cambiare la situazione, ma non si sa neanche bene in che senso. Il gioco è molto nascosto.

 
D. – Quali i motivi per i quali le potenze straniere sono interessate alla Guinea Conakry?

 
R. – La Guinea Conakry, per sua fortuna e per sua disgrazia, è ricca di minerali, soprattutto la bauxite e in misura minore oro, diamanti, ferro ed altri minerali. Prima era l’Unione Sovietica che aveva grossi interessi per le miniere guineane, poi con la liberalizzazione operata dall’ex presidente Lansana Conté, sono arrivati tanti altri Paesi – sia occidentali, ma anche Russia, Ucraina ed altri Paesi dell’Europa dell’Est – e ultimamente è anche la Cina, favorita dai militari saliti al potere alla morte di Contè con un colpo di Stato. Dopo il golpe, molti Paesi, europei, africani e anche gli Stati uniti, hanno imposto sanzioni economiche alla giunta militare, ma non la Cina, che, invece, ha preferito continuare ad avere rapporti commerciali con il Paese.







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