Guinea Conakry: il capo della giunta militare ferito in un attentato
Sarebbe sotto controllo la situazione in Guinea Conakry dopo l’attentato che ha causato
il ferimento del capo della giunta militare, capitano Moussa Dadis Camara. Il leader
guineano, al potere con un golpe da 11 mesi, è stato trasferito in Marocco per essere
curato. L'attacco è stato organizzato dal suo aiutante di campo, Aboucabar Toumba
Diakite, subito arrestato, con l'aiuto di un gruppo di uomini armati. Sulla realtà
sociale e politica della Guinea Conakry, Giancarlo La Vella ha intervistato
Giuliano Basso della Comunità laici Missionari Cattolici, organizzazione non
governativa internazionale, che opera con numerose iniziative nel Paese africano:
R. – E’ il
primo Paese che ha avuto l’indipendenza dalla Francia, nel ’58, proprio perché aveva
rifiutato le proposte di Parigi di far parte della comunità francese, dicendo che
preferiva la libertà nella povertà che la ricchezza nella schiavitù. Oggi è un Paese
fra i più poveri ed è anche vittima della corruzione e dell’accaparramento dei beni
da parte di una ristretta élite, con l’aiuto anche di potenze e poteri economici stranieri.
D.
– Che cosa potrebbe esserci dietro questo tentativo di sovvertire la situazione in
Guinea Conakry?
R. – E’ difficile dire se si tratta
di un gesto isolato, oppure se dietro ci sia una parte dell’esercito e se i militari
siano divisi fra chi è a favore del presidente e chi vorrebbe cambiare la situazione,
ma non si sa neanche bene in che senso. Il gioco è molto nascosto.
D.
– Quali i motivi per i quali le potenze straniere sono interessate alla Guinea Conakry?
R.
– La Guinea Conakry, per sua fortuna e per sua disgrazia, è ricca di minerali, soprattutto
la bauxite e in misura minore oro, diamanti, ferro ed altri minerali. Prima era l’Unione
Sovietica che aveva grossi interessi per le miniere guineane, poi con la liberalizzazione
operata dall’ex presidente Lansana Conté, sono arrivati tanti altri Paesi – sia occidentali,
ma anche Russia, Ucraina ed altri Paesi dell’Europa dell’Est – e ultimamente è anche
la Cina, favorita dai militari saliti al potere alla morte di Contè con un colpo di
Stato. Dopo il golpe, molti Paesi, europei, africani e anche gli Stati uniti, hanno
imposto sanzioni economiche alla giunta militare, ma non la Cina, che, invece, ha
preferito continuare ad avere rapporti commerciali con il Paese.