Mons. Fisichella sulla Ru486: difendere la vita contro le lobby farmaceutiche
“Davanti ad una pillola cheha valore ed effetto abortivi credo che ogni atto
di richiamo alla responsabilità sia fondamentale”. È il commento di mons. Rino Fisichella,
presidente della Pontificia Accademia per la Vita, alla decisione dell’Agenzia italiana
del farmaco (Aifa) di non modificare le linee guida per l’immissione in commercio
della pillola abortiva Ru486. Per il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, se non
si rispetterà la legge 194 sull’interruzione di gravidanza, ci saranno azioni conseguenti.
Intanto, l’Aifa ha declinato il compito di esprimersi sul rispetto della legge e sul
tipo di ricovero necessario per la somministrazione della pillola, che spetta, secondo
l’Agenzia, a governo e regioni. Al microfono di Alessandra De Gaetano, la riflessione
di mons. Rino Fisichella:
R. – L’aborto
è un dramma per la donna che lo vive e che non può – innanzitutto – essere lasciata
sola in una situazione così drammatica. Bisogna garantire il più possibile la salute
della donna.
D. – A proposito della compatibilità
tra la pillola abortiva Ru486 e la legge 194, quando è stata fatta la legge non c’era
la possibilità dell’aborto chimico. Secondo lei, può essere auspicabile andare a rivedere
la legge 194?
R. – Le leggi sono sempre perfettibili.
Il problema non è rivedere la 194; il problema, io credo, sia verificare se le nuove
scoperte scientifiche debbano essere coerenti con la legislazione. I cattolici non
hanno mai approvato la 194. Chiedere ai cattolici di approvare la 194, credo che sia
ingiusto e fuori luogo. Non abbiamo mai approvato la 194, riteniamo che la 194, pur
andando incontro a esigenze politiche, sia una legge, come tutte le leggi abortive,
che viene meno al rispetto della dignità della vita innocente; però, come cattolici,
ci siamo impegnati molto per creare innanzitutto una cultura di accoglienza della
vita e, laddove questo è stato possibile e realizzabile, noi abbiamo cercato di mettere
in pratica tutto ciò che la 194 ancora non è riuscita a fare, vale a dire tutte le
opere di prevenzione dell'aborto e di accoglienza della vita. La legalizzazione della
Ru486 – non dimentichiamo – è un’operazione prima di tutto economica: questa operazione
è una pressione di una forte lobby farmaceutica. Dobbiamo ancora una volta ribadire
che la dimensione giusta è quella della prevenzione non quella di mettere le donne
in condizione di abortire e tantomeno di dover attentare alla vita innocente.