Messaggio del Papa per la Giornata del Malato: l’esperienza della malattia e della
sofferenza può diventare scuola di speranza
Nel mistero della passione, morte e risurrezione di Cristo, “l’umana sofferenza attinge
senso e pienezza di luce”: è quanto scrive il Papa nel Messaggio per la 18.ma Giornata
Mondiale del Malato, che ricorre il prossimo 11 febbraio, nella Memoria della Beata
Vergine Maria di Lourdes. Nel documento, pubblicato stamani, Benedetto XVI ricorda
il 25.mo anniversario dell’istituzione del Pontificio Consiglio per gli Operatori
Sanitari ed esorta i cristiani a vivere concretamente la parabola del Buon Samaritano.
Il servizio di Alessandro Gisotti:
Il servizio
pastorale nel vasto mondo della salute, scrive Benedetto XVI, fa parte integrante
della missione della Chiesa, “poiché si inscrive nel solco della stessa missione salvifica
di Cristo”. Esprime quindi l’auspicio che la Giornata Mondiale del Malato “sia occasione
per un più generoso slancio apostolico al servizio dei malati e di quanti se ne prendono
cura”. Ogni cristiano, si legge nel messaggio, “è chiamato a rivivere, in contesti
diversi e sempre nuovi, la parabola del Buon Samaritano”. Anche oggi, come alla fine
della parabola, sottolinea il Papa, Gesù ci esorta “a chinarci sulle ferite del corpo
e dello spirito di tanti nostri fratelli e sorelle che incontriamo sulle strade del
mondo”. Invita così i fedeli “a comprendere che, con la grazia di Dio accolta e vissuta
nella vita di ogni giorno, l’esperienza della malattia e della sofferenza può diventare
scuola di speranza”. Quindi, riecheggiando la “Spe Salvi” sottolinea che “non è lo
scansare la sofferenza, la fuga davanti al dolore che guarisce l’uomo, ma la capacità
di accettare la tribolazione e in essa di maturare, di trovare senso mediante l’unione
con Cristo”. L’azione umanitaria e spirituale della Chiesa verso
gli ammalati e i sofferenti, ricorda ancora il Papa, si è espressa in molteplici forme
e strutture sanitarie anche di carattere istituzionale. La creazione del Pontificio
Consiglio per gli Operatori Sanitari 25 anni fa, rileva, rientra proprio “in tale
sollecitudine ecclesiale per il mondo della salute”. Nell’attuale momento storico-culturale,
constata, “si avverte anche più l’esigenza di una presenza ecclesiale attenta e capillare
accanto ai malati, come pure di una presenza nella società capace di trasmettere in
maniera efficace i valori evangelici a tutela della vita umana in tutte le sue fasi,
dal suo concepimento alla sua fine naturale”. Nell’Anno Sacerdotale,
non manca poi il pensiero del Papa ai sacerdoti “ministri degli infermi”, “segno e
strumento della compassione di Cristo, che deve giungere ad ogni uomo segnato dalla
sofferenza”. E ribadisce che “il tempo trascorso accanto a chi è nella prova si rivela
fecondo di grazia per tutte le altre dimensioni della pastorale”. Infine, il Pontefice
chiede ai malati di pregare ed offrire le proprie sofferenze per i sacerdoti, “perché
possano mantenersi fedeli alla loro vocazione e il loro ministero sia ricco di frutti
spirituali, a beneficio di tutta la Chiesa”.