Al cinema "A Christmas Carol" ispirato al Canto di Natale di Charles Dickens
Due nuove pellicole in cui un vecchio uomo scorbutico e avaro e un giovane astronauta
solitario si confrontano con la loro coscienza e il loro futuro: Scrooge è il protagonista
di 'A Christmas Carol', nuova, bellissima versione cinematografica della Disney
che Robert Zemeckis ha tratto dal capolavoro di Dickens in uscita oggi sugli schermi
italiani; domani invece nei cinema approda una delle più raffinate pellicole di fantascienza
degli ultimi anni, 'Moon', con uno straordinario Sam Rockwell, unico protagonista,
che nel silenzio siderale si interroga sul dolore, sulla solitudine e sulla morte.
Il servizio di Luca Pellegrini:
Non tutte
le lune sono uguali. C’è prima di tutto quella che risplende nella notte della vigilia
di Natale e fa da sfondo ad una ridda di fantasmi che terrorizzano Scrooge, un vecchio
iroso che ha in odio la gioia, la festa e tutta l’umanità. Il suo pensiero è stato
solamente quello di accumulare soldi, nel corso di una tristissima vita, angariando
tutti e pure se stesso. Ma sappiamo bene che cosa un cuore impaurito e una coscienza
sporca possono produrre quando la morte si avvicina: così, Charles Dickens in sei
settimane di assiduo lavoro nel lontano 1843, scrive uno dei racconti natalizi diventato
un classico della letteratura, quel suo Canto di Natale che ha ispirato decine di
pellicole e che trova ora una nuova veste, tecnologicamente avanzatissima, nel film
di Robert Zemeckis girato in performance capture, ossia con gli attori che soltanto
recitano in un ambiente spoglio e vengono poi inseriti nei set disegnati al computer,
e in Real 3D, con la tridimensionalità che ormai fa vivere grandi emozioni.
Questa
volta la vecchia Londra ammantata di neve e attraversata dai canti di Natale diventa
protagonista suggestiva e tenebrosa che accoglie le paure notturne di Scrooge visitato
dai tre Spiriti di Natale, quello del Passato, del Presente e del Futuro, che gli
mostrano rispettivamente le occasioni perdute, le colpe di cui è responsabile e il
terrore che lo aspetta. Jim Carey dà a questo personaggio tutta l’espressività possibile,
mentre viaggia nel tempo e sui comignoli che fumano a mille nel cielo della città.
Un film avvincente, fedele al libro e al suo autore, accompagnato anche da una splendida
colonna sonora, sinfonica e natalizia, scritta da Alan Silvestri.
Mentre
siderale è la musica di Clint Mansell che accompagna le giornate di un solitario astronauta,
interpretato in modo straordinario da Sam Rockwell, sulla luna sfruttata per ricavarne
energia. Il satellite non fa più da sfondo a una favola, ma è il luogo di una angosciosa
scoperta. Si tratta di Moon, esordio al lungometraggio del britannico Duncan Jones,
figlio di David Bowie. Su quella luna lontana e silenziosa, anche un computer dimostrerà
pietà per quanto l’uomo è capace di fare e comprenderà il senso del dolore. Qui non
c’è più un fantasma che porta Scrooge a convertirsi e a guardare con speranza il futuro;
qui c’è un’umanità che nel futuro prossimo ha perso il suo valore e il suo senso e
riesce a far del male anche a chi è stato soltanto creato per ragioni di comodo. Un
lamento che si leva affinché nel Natale possiamo riconoscere in tempo i nostri possibili
errori e i tanti pericoli che corriamo.