2009-12-02 15:24:11

Giornata contro la schiavitù. L'Onu: 27 milioni di nuovi schiavi


“Nessun Paese può dirsi immune alle nuove forme di schiavitù”. È l’allarme lanciato da Gulnara Shahinian, relatrice speciale sulle forme contemporanee di schiavitù dell’Ufficio dell’Alto commissario dell’Onu per i diritti umani. Secondo l’esponente delle Nazioni Uniti le persone colpite dal fenomeno sono almeno “27 milioni ma il fenomeno è diffuso in tutto il mondo e, per sua natura, sfugge alle statistiche”. Parole durissime raccolte oggi dalla Misna in occasione della Giornata internazionale per l’abolizione della schiavitù nel 60.mo anniversario dell’adozione da parte dell’Assemblea generale dell’Onu della Convenzione per l’eliminazione del traffico di esseri umani e dello sfruttamento della prostituzione. Gulnara Shahinian osserva poi che “i migranti sono in generale i più colpiti, con tante donne in fuga da degrado e povertà costrette a lavorare in strada o come domestiche isolate dal mondo e da una lingua che non conoscono”. Le principali responsabilità vanno imputate ad “una crescita globale che calpesta i diritti: negli Emirati Arabi Uniti i permessi di soggiorno sono vincolati a contratti con uno specifico datore di lavoro, dal quale il migrante si trova a dipendere in modo pressoché totale”. Accanto alle nuove forme di schiavitù restano le vecchie, legate spesso alla questione della terra. Da Haiti al Paraguay, dice Shahinian, milioni di indigeni sono obbligati a lavorare nelle piantagioni in cambio di una misera parte del raccolto o di un salario da fame. Il problema riguarda anche l’Africa e ad esempio la Mauritania, un paese che la relatrice dell’Onu ha visitato poche settimane fa. “La proprietà della terra – sostiene Shahinian – continua a dividere gli ‘Harratin’ di pelle scura dalle élite locali”. Proprio dalla Mauritania, 18 anni dopo l’abolizione per legge della schiavitù, arriva però la speranza di un nuovo impegno. “Il governo – dice la relatrice dell’Onu – ha avviato speciali programmi di addestramento per poliziotti e operatori sociali: la gravità del problema, insomma, viene riconosciuta”. Alle affermazioni di Gulnara Shahinian hanno fatto ecco le parole del Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, secondo cui combattere la schiavitù non significa solo proibirla per legge ma anche “lottare contro povertà, analfabetismo, disuguaglianze economiche e sociali, discriminazioni di genere e violenza contro donne e bambini”. (M.G.)







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