Fondamentalisti islamici rivendicano l’attentato al treno in Russia
E' stato rivendicato l’attentato al treno russo Nevski Express, che venerdì scorso
ha provocato 26 morti e un centinaio di feriti. L’azione è stata probabilmente condotta
da fondamentalisti islamici del Caucaso legati al capo ribelle ceceno, Dokou Oumarov.
Sul ritorno del terrorismo ceceno, Stefano Leszczynski ha intervistato Fabrizio Dragosei,
corrispondente da Mosca del Corriere della Sera:
R. - Era già
molto tempo che estremisti islamici e soprattutto bande di pochi ceceni, che ancora
combattono contro Mosca, minacciavano di portare il terrorismo sul territorio della
Russia. Un gruppo, che prima faceva capo allo stesso Oumarov, aveva eseguito un attentato
sulla stessa linea ferroviaria, la Mosca-San Pietroburgo, due anni fa. In quel caso,
il drappello era guidato da un ex militare russo. A volte, alcune di queste rivendicazioni,
pubblicate poi su questo sito islamico, si sono rivelate false.
D. - Quali
sono le altre ipotesi che si possono fare per attentati di questo tipo? Quali sono
le forze eversive presenti in Russia oggi?
R. - La primissima rivendicazione
era stata proprio quella di un gruppo ultranazionalista, sicuramente presente in Russia
e che finora ha compiuto altre azioni, ovviamente di entità molto molto minore, riguardanti
soprattutto aggressioni contro quelli che loro chiamano “neri”, cioè i caucasici,
che lavorano nei mercati. Sicuramente, è un Paese molto instabile ancora oggi la Russia,
dove gruppi anche minoritari riescono comunque a fare danni rilevanti. Potrebbero
essere stati quindi - e francamente sembra la pista più credibile - gruppi ceceni
organizzati o gruppi di estremisti islamici. Anche un qualsiasi gruppetto di ultranazionalisti
in vena di follie omicide potrebbe aver trovato i mezzi e gli strumenti per realizzare
un attentato di questo genere.
D. - Come potrebbe reagire la Russia di oggi
ad una nuova minaccia eventualmente proveniente dal Caucaso?
R. - Sicuramente,
una minaccia seria come quella proveniente dal Caucaso - se appunto si rivelasse fondata
la rivendicazione di questo attentato - sarebbe un fatto di estremo imbarazzo per
Putin e per i Servizi segreti e i vari ministeri che hanno fondato gran parte del
loro potere attuale proprio sul ristabilimento della pace nel Paese, della pace a
qualsiasi costo. Ricordiamoci che in Cecenia sono stati usati metodi sicuramente non
accettabili, ma che dal punto di vista della Russia le hanno permesso di ottenere
un risultato. Ora, nel momento in cui il terrorismo dovesse ricominciare, non si giustifichirebbe
più il successo che questi esponenti dell’ala dura del Cremlino continuano a vantare.