Congo: missionari saveriani in difesa dei confratelli colpiti dalla falsa accusa di
aiutare i ribelli
Non si è fatta attendere la risposta della comunità dei missionari saveriani della
Repubblica Democratica del Congo in seguito ad un documento degli esperti dell’Onu,
di cui si è avuto notizia la settimana scorsa, nel quale due confratelli italiani,
padre Piergiorgio Lanaro e padre Franco Bordignon, vengono accusati di essere finanziatori
dei guerriglieri hutu. Nel luogo comunicato a difesa dei due missionari, i severiani
che operano in Congo smentiscono punto dopo punto le varie accuse ai confratelli e
gli inganni di cui sono stati vittima. La nota dei missionari, ripresa dal Sir, mette
subito in evidenza che il documento delle Nazioni Unite è stato messo inspiegabilmente
“nelle mani di tutti i mass media internazionali” quando invece, fin dalla prima pagina,
precisava la sua natura “strettamente confidenziale non destinata al pubblico”. Questo
ha tolto alle legittime istanze la competenza della verifica di eventuali accuse
per trasferirla alla pubblica piazza mediatica dove ogni accusato è già per se stesso
colpevole”. I religiosi denunciano quindi “la sommarietà, l’imprecisione e quindi
la falsità tendenziosa di questo rapporto e dell’interpretazione delle cosiddette
prove apportate”. In particolare sono contestate le accuse avanzate da un “sedicente
prete italo-americano” in merito ad aiuti finanziari ai ribelli: “Mettendo insieme
le cose, ci riteniamo autorizzati a concludere che gli esperti dell’Onu si sono fidati
di e-mail ottenute in malo modo, senza verificarne l’esattezza del contenuto”. I missionari
del Congo chiedono dunque “che l’intervento di persone competenti e preoccupate della
verità possa chiarire definitivamente la natura di tutte le accuse rivolte contro
i nostri confratelli, in vista di ristabilirne l’onorabilità che questo rapporto pretende
compromettere”. Anche perché “tali accuse fantasiose possono mettere a rischio l’incolumità
stessa dei confratelli accusati e non solo, oltre che condizionare la loro opera in
favore dei più deboli”. “Non basta accusare chi da anni - concludono i missionari
- cerca di sollevare con i poveri mezzi a disposizione l’enorme sofferenza di intere
popolazioni del Congo, per coprire il fallimento della costosa missione dell’Onu con
i suoi intrallazzi e alleanze”. (M.G.)