2009-12-02 14:21:54

Appello dei Gesuiti: stop all'impiego dei bambini soldato in Colombia


La Colombia continua ad essere dilaniata dalla guerra civile: negli ultimi giorni nuovi scontri tra esercito e guerriglieri delle Farc hanno provocato diverse vittime. Secondo dati forniti dall’Unicef, sono oltre 17 mila i combattenti nel Paese latinoamericano: molti di essi sono bambini. Il Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati ha lanciato un accorato appello per fermare l'impiego di minori nel conflitto. Sul drammatico fenomeno dei bambini-soldato in Colombia, Irene Lagan ha intervistato James Stapleton, coordinatore internazionale della comunicazione del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati:RealAudioMP3

R. – Una parte molto sostanziale di questi gruppi che combattono nella guerra è rappresentata da bambini: circa un combattente su quattro ha meno di 18 anni. In queste circostanze appare sempre più importante cercare di sensibilizzare la popolazione su questo problema, anche perché è vero che negli ultimi anni il numero dei bambini-soldato coinvolti nella guerra si è abbassato, ma si è anche abbassata l’età dei bambini che vengono usati come soldati, che è infatti passata dai 13 ai 12 anni. La guerra, fino a qualche tempo fa, era una guerra specificamente colombiana, mentre ora si tratta di una guerra generale: le popolazioni che sono fuggite dalla guerra in Colombia – circa mezzo milione di persone – non sono più sicure nei Paesi confinanti. La maggioranza delle persone che hanno lasciato il Paese, lo hanno fatto per cercare di salvare i loro bambini, per impedire cioè che i loro bambini venissero usati come bambini-soldato nella guerra. Adesso non soltanto i bambini rifugiati, ma anche i bambini delle comunità che li ospitano rischiano di essere sfruttati dai gruppi armati. Vorremmo chiedere, quindi, a tutte le persone di buona volontà di sostenere tutti quei gruppi che lavorano per la riabilitazione dei bambini-soldato e soprattutto che si impegnano nelle prevenzione del loro reclutamento. Noi vogliamo cercare di incoraggiare queste persone, cercando di fare pressione sui loro leader nazionali, come su quelli internazionali e mondiali per cercare di reagire in favore di tutte queste persone vulnerabili e che non hanno la possibilità di far sentire la propria voce.
 
D. – Qual è l’impatto di questo problema sulla società in Colombia?
 
R. – Le stime che abbiamo parlano di circa 11 mila bambini che vengono sfruttati dai gruppi armati, su una popolazione – mi pare – di oltre 40 milioni di persone. E’ un problema che riguarda soprattutto le comunità che vivono ai margini delle grandi città o le comunità che vivono nelle zone rurali, dove il governo non è presente e questo è il vero dramma. Il vero dramma è che ignorando questo fatto, queste condizioni non fanno che creare i presupposti per una violenza futura. (Montaggio a cura di Maria Brigini)







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