Sud Corea: dichiarazione comune di cristiani e buddisti per l’abolizione della pena
di morte
“Ogni vita venuta ad esistere su questa terra è sacra. La pena di morte è per noi
un ‘omicidio di stato’ che in nome della legge e dell’istituzione priva artificialmente
un essere umano della sua vita insostituibile”. Inizia così il testo della dichiarazione
congiunta per l’abolizione della pena di morte firmata dai cristiani e dai buddisti
coreani, diffusa dalla Comunità di Sant’Egidio in occasione della ottava Giornata
Mondiale “Città per la Vita, Città contro la Pena di Morte”, celebrata ieri. La Corea,
- riferisce l'agenzia Fides - non avendo eseguito condanne a morte negli ultimi dodici
anni, ha abolito la pena capitale de facto, “ora – prosegue la dichiarazione - non
rimane altro che la sua cancellazione di diritto da parte dell’Assemblea Nazionale.
Noi sosteniamo in qualsiasi caso la completa eliminazione di tale punizione estrema
che non considera il carattere sacro della vita”. Dopo aver ricordato i solenni pronunciamenti
delle Nazioni Unite e dell’Unione Europea per l’abolizione della pena di morte, i
firmatari del documento sottolineano: “La Corea del Sud deve assumere un forte senso
di responsabilità nella partecipazione a tale corrente abolizionista della comunità
internazionale in quanto paese membro del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni
Unite”. Poichè è stato ampiamente dimostrato che la pena di morte non ha alcun effetto
sulla prevenzione del crimine, addolora che “si discuta ancora sull’uso o meno della
pena di morte e di una ripresa delle esecuzioni, ogni volta che avvenga un crimine
violento”. La dichiarazione sottolinea che quanti si macchiano di un reato crudele
devono essere puniti severamente secondo quanto prevede la legge, “occorre peraltro
lo sforzo della società per prevenire i crimini, e bisogna offrire la possibilità
di una espiazione sincera e di un risveglio della propria coscienza anche a coloro
che si macchino di un crimine violento”. La dichiarazione si conclude con un appello
al governo, “affinché cessi di parlare di una ripresa delle esecuzioni e si adoperi
più attivamente per abolire la pena di morte”, e all’Assemblea Nazionale, perché si
impegni ad approvare nel corso dell’attuale legislatura, “la legge speciale abolizionista
che era già stata proposta successivamente nelle ultime tre legislature”. Il testo
è stato firmato a Seul dal Presidente della Conferenza episcopale della Corea, mons.
Peter Kang U-il, per la Chiesa cattolica; per le altre Chiese Cristiane dal rev. O-Seong
Kwon (Segretario generale del National Council of Churches of Korea); per il buddhismo
dal ven. Ji Kwan (Presidente dell’Ordine Jogye) e per il buddismo Won dal rev. Seong-Taek
Lee (Segretario generale). (R.P.)