Messaggio dei vescovi italiani per la 14.ma Giornata mondiale della vita consacrata
“Il Servo di Dio Giovanni Paolo II, nella Lettera apostolica 'Novo millennio ineunte',
si diceva lieto di aver potuto beatificare e canonizzare tanti cristiani che si sono
santificati nelle condizioni più ordinarie della vita. Aggiungeva che ‘è ora di riproporre
a tutti con convinzione questa misura alta della vita cristiana ordinaria’ (n. 31).
Nella stessa linea, il Santo Padre Benedetto XVI offre a tutta la Chiesa un Anno Sacerdotale,
al cui centro ha posto il ricordo di un santo sacerdote, il Curato d’Ars”: si apre
così il “Messaggio per la 14ª Giornata mondiale della vita consacrata”, diffuso oggi
dalla Commissione episcopale italiana per il clero e la vita consacrata, col titolo
“Una vita intagliata nell’essenziale”. Rivolgendosi in particolare “alle anime di
vita consacrata”, nel messaggio ripreso dall'agenzia Sir, i vescovi chiedono loro
“di fare proprie le intenzioni che il Papa raccomanda a tutti in questo anno” e in
particolare sottolineano la “prima preoccupazione” che “riguarda i sacerdoti”. “Occorre
pregare – scrivono - perché siano immagine viva del Signore Gesù e portino l’amore
di Dio alle comunità loro affidate. Una seconda intenzione tocca i giovani: siamo
invitati a pregare perché possano apprendere dal santo Curato d’Ars quanto sia necessario,
umile e glorioso il ministero sacerdotale che Gesù affida a quanti accolgono la sua
chiamata”. Parlando del “santo Curato d’Ars”, nel Messaggio si nota che su di lui
ebbe un notevole influsso l’incontro con la vita consacrata. “Si possono ricordare
in proposito almeno tre momenti: la Prima Comunione, la preparazione al sacerdozio,
il desiderio costante di una vita contemplativa”. Circa la sua preparazione alla Prima
Comunione, si ricorda che le artefici “furono due religiose il cui convento, negli
anni della rivoluzione francese, era stato distrutto e la cui comunità era stata dispersa.
Le chiese erano chiuse e per pregare ci si doveva nascondere”. Così come avvenne il
giorno della Prima Comunione, nascosti in una casa protetta da carri di fieno. “San
Giovanni Maria Vianney – si dice nel Messaggio - non dimenticherà mai la grazia di
quel giorno e si sentì sempre debitore nei confronti delle due religiose che, con
sprezzo del pericolo e fedeli alla loro consacrazione, lo accompagnarono a ricevere,
per la prima volta, Gesù nel sacramento dell’Eucaristia”. Dopo aver ricordato l’aiuto
che ricevette da un religioso per prepararsi al sacerdozio, dato che era quasi analfabeta,
e i dubbi del Vianney che per lui fosse meglio la vita contemplativa, il Messaggio
si chiude con l’invito a tutti i credenti a conoscere e familiarizzare con “la storia
della santità, fonte di grande illuminazione e conforto”. (R.P.)