L’Iran annuncia la costruzione di 10 nuove centrali nucleari
Ha scatenato reazioni internazionali a catena l’annuncio fatto ieri dall’Iran riguardo
all’approvazione del piano per la realizzazione di 10 nuovi siti per l’arricchimento
dell’uranio. Secondo il portavoce della Casa Bianca, Robert Gibbs, gli ulteriori impianti
sono “un esempio della scelta di Teheran di isolarsi” dal resto del mondo. Anche la
Russia si è detta “molto preoccupata” per le ultime decisioni della Repubblica islamica.
Dall’Europa, è arrivato il commento della diplomazia francese, secondo cui quello
dell’Iran è un “gioco molto pericoloso”, “ostinandosi ad ignorare le esigenze di una
grande agenzia indipendente come l’AIEA”. Anche l’Italia è intervenuta nel dibattito:
il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha ricordato che “la nostra mano tesa verso
l’Iran non resterà tale per tanto tempo ancora”. Sulla decisione di Teheran, Giada
Aquilino ha intervistato Bijan Zarmandili, giornalista e scrittore iraniano: R. - Questo
spossante tira e molla del governo iraniano sul nucleare è destinato ad andare avanti
probabilmente ancora per alcune settimane. Infatti, entro dicembre scade il tempo
concesso all’Iran per decidere definitivamente sul proprio piano atomico e dopo di
che potrebbero scattare nuovamente le sanzioni contro l’Iran. Bisogna vedere se la
sfida iraniana sarà in qualche modo un preludio per una concessione sul nucleare,
oppure un irrigidimento definitivo. Cioè, bisognerebbe vedere se l’Iran è in grado
di sopportare un isolamento - anche economico - a livello mondiale e andare avanti
lo stesso con le proprie forze, tenendo conto che già la crisi economica è molto grave
e nello stesso tempo bisognerebbe vedere se tutte le componenti del regime iraniano
sono su questa linea. D. - Tempo fa Teheran sembrava aver accettato
la proposta di arricchimento dell’uranio all’estero, adesso appare definitivamente
archiviata. L’Onu come si muoverà e soprattutto la Russia e la Cina che linea avranno? R.
– La Russia e la Cina fin qui sono state sostenitrici di una linea iraniana, anche
se con alti e bassi, e comunque su loro l’Iran ha potuto contare. Un voto contrario
e un avvicinamento in particolare della Russia alle posizioni di Washington e a quella
occidentale sono un elemento nuovo riguardo alla situazione nucleare iraniana. Un
altro punto di segno opposto dovrebbe essere il primo approccio diretto tra l’Iran
e l’America sul nucleare. Ricordiamoci che per la prima volta dal mese di ottobre
in poi, alle riunioni dei 5 più 1 - e ai diversi negoziati che ci sono stati nel
frattempo - la delegazione americana ha negoziato direttamente con l’Iran. Israele:
probabile negoziato con Hamas per liberare Shalit Saranno probabilmente liberati
980 detenuti palestinesi in cambio del soldato Gilad Shalit, da oltre tre anni prigioniero
di Hamas a Gaza. Il governo israeliano lo ha detto all'Alta Corte di Giustizia di
Israele, in risposta ad una petizione avanzata da alcune famiglie di vittime del terrorismo.
È stato reso noto che in una fase iniziale saranno liberati 450 detenuti, alcuni dei
quali sono responsabili dei più sanguinosi attentati contro la popolazione civile
in Israele. Secondo voci insistenti, Israele e Hamas sarebbero prossimi a un accordo,
mediato da un inviato tedesco.
Afghanistan Alla vigilia dell’attesissimo
annuncio del presidente Obama sulla nuova strategia militare in Afghanistan, continuano
a susseguirsi le indiscrezioni sull’incremento delle truppe. Secondo la stampa statunitense,
almeno 9000 soldati americani sono pronti a partire nei prossimi giorni. Le prime
unità combattenti saranno dislocate nella turbolenta provincia meridionale di Helmand,
roccaforte dei talebani dove si trovano già altri 10mila marines. Dal canto suo, la
Gran Bretagna ha confermato ufficialmente che altre 500 unità sono pronte a entrare
in azione. Intanto è stato rinvenuto in un fiume della provincia afghana di Badghis
il cadavere di un soldato statunitense di cui non si avevano più notizie da 27 giorni.
Clima Una
riduzione del 50% delle emissioni inquinanti entro il 2050 rispetto ai livelli del
1990. Questo prevede la bozza preparata dal governo danese in vista della conferenza
di Copenaghen sul clima. Ce ne parla Salvatore Sabatino:
Il testo,
che è una proposta e potrebbe diventare la base per un accordo politico al termine
degli incontri di Copenhagen, suggerisce che è necessario mantenere l'aumento medio
globale di temperature entro e non oltre i 2 gradi Celsius, così come chiede che l'80%
del taglio delle emissioni inquinanti sia a carico dei Paesi ricchi. Una risposta
chiara, dunque, alle richieste delle economie emergenti, che da sempre hanno sottolineato
le difficoltà economiche che produrrebbe una conversione dei propri sistemi industriali.
Tra queste, in prima linea Cina e India che la scorsa settimana, dopo anni di reticenza,
hanno accettato un piano di riduzione dei gas serra. Pechino e Nuova Delhi hanno visto
di buon occhio il passo avanti fatto dal presidente Obama, che ha inoltre voluto rilanciare
il vertice di Copenhagen, annunciando la sua presenza. Un summit, insomma, quello
che si svolgerà nelle prossime 2 settimane nella capitale danese, che chiede a questo
punto decisioni concrete, come la proposta presente nella bozza europea, votata dall’Europarlamento,
e che sottolinea il rilancio dell'impegno comunitario, tradotto nella richiesta ai
Paesi partner di almeno 30 miliardi di euro all'anno per i Paesi in via di sviluppo
fino al 2020. Segnali, questi, di un cambiamento di rotta della comunità internazionale,
che mette finalmente al centro la delicata questione dei cambiamenti climatici. Modificazioni
che si traducono in aumenti di temperature, in scioglimento di ghiacciai, in uragani
sempre più numerosi, in alluvioni, frane, innalzamento del livello dei mari; in un
concetto: sconvolgimenti che portano a morte e distruzione. Copenhagen, dunque, diviene
un punto essenziale di incontro e confronto, non però di arrivo. Sono gli stessi esperti
internazionali, infatti, a parlare dell’inizio di una discussione seria e globale.
Nella speranza che dalle parole si passi finalmente ai fatti. Honduras:
elezioni presidenziali Il candidato conservatore Porfirio Pepe Lobo ha proclamato
la propria vittoria nelle elezioni presidenziali che si sono svolte ieri in Honduras.
Con il 60% delle schede già scrutinate, Lobo ha il 55,9% delle preferenze. Il rivale
Elvin Santos, che ha preso il 30% dei voti, ha riconosciuto la sconfitta. Lobo si
è rivolto al Paese, profondamente diviso da quando a fine giugno è stato deposto il
presidente Manuel Zelaya, annunciando di voler avviare un “dialogo nazionale”. Uruguay L’ex
guerrigliero candidato della coalizione di centrosinistra, José Mujica, è il nuovo
presidente dell’Uruguay. A scrutini quasi ultimati, Mujica si aggiudica il 53% dei
voti del ballottaggio per le presidenziali tenutosi ieri, contro il 43% raccolto dal
conservatore Luis Alberto Lacalle. Dopo l’annuncio della sua vittoria, l’ex ribelle
tupamaro ha rivolto parole concilianti all’opposizione affermando che non ci sono
“ne’ vinti ne’ vincitori”.
Vertice ibero-americano Si aperto ieri
ad Estoril, in Portogallo, l’annuale conferenza ibero-americana, che vede la presenza
dei capi di Stato e di governo dei Paesi iberici e latino-americani. Quest’anno il
vertice ha come tema “Innovazione e conoscenza”. La tre giorni sarà comunque l’occasione
per avvicinare le posizioni sui focolai di crisi latino-americani, primo fra tutti
l’Honduras.
Spagna: tre sequestrati in Mauritania, emerge pista Al Qaeda Tre
cooperanti spagnoli di cui non si hanno ancora notizie potrebbero essere stati sequestrati
dal movimento di Al Qaeda del Maghreb. Il ministro degli Interni di Madrid, Alfredo
Rubalcaba, ha detto che è probabile che ''siamo di fronte a un sequestro da parte
di islamici radicali''. Le circostanze della scomparsa dei tre cooperanti, Albert
Vilalta, Roque Pascual e Alicia Gamez, membri della Ong “Barcelona Acciò Solidaria”
(Bas), ancora non sono chiare. I tre, ha precisato il ministero degli Esteri di Madrid
in una nota, facevano parte di un convoglio umanitario di 13 veicoli che procedeva
verso Dakar, in Senegal, con 20 tonnellate di materiale.
Dubai: crollo delle
borse Chiusura in forte perdita per le Borse di Dubai e Abu Dhabi dopo il terremoto
finanziario che ha coinvolto la holding immobiliare Dubai World. Il listino di Dubai
ha perso il 7,3% con tutti i gruppi bancari ed edilizi in picchiata. Giu' anche la
borsa di Abu Dhabi, con il -8,3%. La riapertura dei mercati era attesa con un certo
timore considerando che nella scorsa settimana è emerso che una parte considerevole
del debito del colosso immobiliare fa capo alle banche degli Emirati Arabi. Italia:
Influenza A In Italia c’è un solo caso di mutazione del virus A/H1N1: un paziente
di Monza che ha avuto una polmonite grave ma poi si è ripreso. ''Solo la vaccinazione
ci protegge dal virus incattivito da eventuali mutazioni'', ha detto il viceministro
della Salute, Ferruccio Fazio. Sulla situazione in seguito a questa mutazione Debora
Donnini ha intervistato il virologo Fabrizio Pregliasco dell’Università
di Milano.
R. – La situazione
è ancora tutta da studiare. Sicuramente questa evidenza di questo nuovo virus non
è piacevole, perché colpisce più facilmente le vie respiratorie profonde ed è un qualcosa
che si è visto nei casi gravi. In questo momento è sporadica la sua presenza e dobbiamo
ancora valutare quanto è rilevante rispetto al resto, però potrebbe essere un aiuto
a fare quello che sapevamo. In genere c’è nelle pandemie una seconda ondata che tipicamente
segue a breve distanza rispetto ad una prima invasione del virus, che non colpisce
tutte le persone. D. – A questo punto chi ha fatto il vaccino,
chi ha già avuto questo tipo di influenza, è al sicuro o potrebbe essere nuovamente
colpito? R. – Chi ha già fatto l’influenza sicuramente ormai
è tranquillo, perché ha superato questa possibilità di infezione. Il vaccino funziona
ancora e, comunque, va praticamente bene a quelli che hanno fatto il vaccino con l’adiuvante,
perché l’adiuvante è stato fatto proprio per questo, cioè per proteggere in modo più
ampio da virus che sapevamo potevano mutare. D. – Ci sono farmaci
attualmente che sono in grado di curare con certezza anche casi che hanno appunto
avuto questa mutazione? R. – Di fatto Tamiflu e Relenza, i due
farmaci antivirali, hanno dimostrato di essere efficaci anche per questa situazione,
anche se casi gravi non impediscono purtroppo una pesante situazione clinica per il
paziente. D. – Cosa raccomandare alle persone? R.
– Vaccinarsi è importante. Attenzione alle regole di buon senso e nessun allarmismo:
questo virus è raro e normalmente causa un’infezione normale che guarisce nell’arco
di tre o quattro giorni. D. – Per il vaccino, come disponibilità,
a che punto siamo? R. – Si sta incrementando la quota di vaccinazioni.
Purtroppo non c’è stata una grande adesione e questo è un male. La disponibilità,
però, è via via crescente. Sudan: presunta collaborazione del
Giappone per missione Onu Il Giappone sta valutando l'ipotesi di inviare un
contingente delle proprie Forze di Autodifesa in Sudan il prossimo anno, per partecipare
alla missione internazionale di peacekeeping nel sud del Paese, sotto l'egida delle
Nazioni Unite. Secondo le indiscrezioni del quotidiano Yomiuri Shimbun, Tokyo sarebbe
intenzionata a inviare in Africa alcune centinaia di militari, che avrebbero principalmente
compiti di supporto alla ricostruzione del Paese e alla gestione di strutture di soccorso
civile e sanitario per la popolazione locale.
Turchia: incidenti per l’anniversario
della fondazione del Pkk Vari incidenti sono avvenuti ieri in alcune località
della Turchia meridionale, a prevalenza curda, in occasione del 31mo anniversario
della fondazione del separatista Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk). Ancora
incerto il bilancio delle vittime nel quartiere Akdeniz di Mersin, sulla costa mediterranea,
dove circa 400 persone hanno assalito una stazione di polizia con lanci di bottiglie
incendiarie, pietre e petardi ed hanno dato alle fiamme alcuni negozi. Per disperdere
la folla, la polizia ha aperto il fuoco. A Dyiarbakir, invece, due ragazzi di 17 anni
hanno lanciato bottiglie incendiarie contro la sede del Partito di radici islamiche
Giustizia e Sviluppo - Akp, al governo - del premier Tayyip Erdogan. Russia:
incidenti nella regione del CaucasoAncora violenze nel turbolento Caucaso russo.
Abrek Gadzhiev, capo del distretto di Magaramkent, capitale della Repubblica del Daghestan,
è rimasto vittima di un attentato. Il funzionario è stato ucciso a colpi di arma da
fuoco, mentre viaggiava in auto in direzione della capitale. Il suo autista è rimasto
gravemente ferito. Sempre nella regione caucasica una linea ferroviaria è stata danneggiata
da un'esplosione, avvenuta poco prima che il treno, proveniente da Tioumen, giungesse
a Baku, capitale dell'Azerbajan. Fonti di polizia hanno reso noto che non ci sono
stati feriti. Usa: strage di agenti di polizia Svolta nelle indagini
sulla strage di quattro agenti statunitensi, uccisi in un agguato vicino alla base
militare McChord, nello Stato di Washington. Il sospettato della sparatoria è accerchiato
dalla polizia e secondo il portavoce dell'ufficio dello sceriffo Ed Troyer “potrebbe
essere morto per le ferite riportate”.
Canada: idrovolante precipita nel
pacifico, sei dispersi Sei persone risultano disperse e altre due sono state
soccorse dopo che un idrovolante si è inabissato nel Pacifico, davanti alle coste
della regione di Vancouver - ovest del Canada. L'aereo proveniva dall'isola Saturna,
vicino alla frontiera tra Canada e Stati Uniti, dopo uno scalo per imbarcare alcuni
passeggeri diretti a Vancouver, quando è precipitato per ragioni ancora sconosciute.
(Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra e Chiara Pileri) Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 334 E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
sito www.radiovaticana.org/italiano.