Critiche al rapporto di Hrw sul massacro nello stadio di Conakry
Nei giorni scorsi sono arrivati in Guinea i componenti della Commissione d’inchiesta
dell’ONU sul massacro del 28 settembre nello stadio di Conakry, che ha provocato almeno
150 morti. Di recente Human Rights Watch (Hrw) ha pubblicato un rapporto su questo
crimine che ha però suscitato una lettera di protesta di un gruppo di cittadini guineani,
sia cristiani sia musulmani. Nella lettera, inviata all’agenzia Fides, si rimprovera
Hrw di aver pubblicato il suo rapporto prima dell’avvio dell’inchiesta dell’ONU sui
fatti del 28 settembre. “Visto che il vostro rapporto indica già i colpevoli, senza
il rispetto della presunzione di innocenza, ci chiediamo qual è l’interesse dell’inchiesta
internazionale annunciato dalle Nazioni Unite?” La lettera contesta soprattutto l’interpretazione
etnica e religiosa dei fatti del 28 settembre presentata da Hrw, secondo il quale
le forze di sicurezze composte da cristiani e animisti provenienti dalla Guinea forestale
avrebbe aggredito i Peul, musulmani della costa. “La manifestazione del 28 settembre
era una manifestazione politica che rispondeva ad un appello di tutte le forze vive
della Guinea e non era una riunione di un particolare gruppo etnico o religioso” afferma
la lettera, nella quale si fanno i nomi di personalità cristiane e della Guinea forestale
che manifestavano contro la giunta e che sono state colpite dalle violenze dei militari.
“In conclusione, il riferimento alla dimensione etnica e religiosa nel vostro rapporto
costituisce una deriva pericolosa che mira a gettare benzina sul fuoco nell’attuale
situazione della Guinea e a opporre i musulmani ai forestali e ai cristiani” conclude
la lettera. (R.P.)