Benedetto XVI a Bartolomeo I nella Festa di Sant’Andrea: il Vescovo di Roma è al
servizio dell’unità, nella verità e nella carità
Il Vescovo di Roma è al servizio dell’unità dei cristiani, nella verità e nella carità:
è quanto scrive Benedetto XVI in un messaggio al Patriarca ecumenico Bartolomeo I
in occasione dell’odierna Festa di Sant’Andrea, patrono della Chiesa di Costantinopoli.
Alle celebrazioni al Fanar, sede del Patriarcato, partecipa anche una delegazione
vaticana guidata dal cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio
per l’Unità dei Cristiani. Il servizio di Alessandro Gisotti: La memoria dei
martiri, come Sant’Andrea Apostolo, scrive Benedetto XVI, spinga tutti i cristiani
a “testimoniare il loro amore davanti al mondo”. Testimonianza d’unità ancor più urgente,
oggi, in un momento nel quale il Cristianesimo si confronta con “sfide complesse e
crescenti”. Nel messaggio al Patriarca ecumenico Bartolomeo I, il Pontefice sottolinea
che le Chiese di Roma e di Costantinopoli “si sono impegnate sinceramente negli
ultimi decenni” per far avanzare “il ristabilimento della piena comunione”. Si sofferma,
così, sul ruolo del Vescovo di Roma nella Comunione della Chiesa nel primo millennio,
tema della plenaria di Cipro della Commissione internazionale congiunta per il dialogo
teologico, svoltasi il mese scorso. La Chiesa cattolica, scrive il Pontefice, considera
il ministero petrino “come un dono del Signore alla sua Chiesa”. “Questo ministero
– afferma Benedetto XVI - non deve essere interpretato nella prospettiva del potere,
ma all’interno di un’ecclesiologia di comunione, come un servizio all’unità nella
verità e nella carità”. E con Sant’Ignazio d’Antiochia ribadisce che il vescovo della
Chiesa di Roma presiede nella carità. Ribadisce, poi, quanto affermato da Giovanni
Paolo II nella “Ut unum sint” e poi ripreso nella sua visita al Patriarcato di Costantinopoli
nel 2006, e cioè ricercare assieme, ispirati dal modello del primo millennio, le forme
nel quale il ministero del Vescovo di Roma possa svolgere un servizio di amore riconosciuto
da ognuno e da tutti. Sebbene “non abbiamo ancora raggiunto
il nostro obiettivo”, afferma ancora il Papa nel messaggio, “sono stati fatti molti
passi che ci permettono di approfondire i legami tra noi”. La nostra amicizia che
cresce, il “mutuo rispetto e la volontà di incontrarci l’un l’altro e riconoscerci
come fratelli in Cristo” non dovrebbero essere ostacolati da coloro “che rimangono
legati al ricordo di storiche differenze, che impediscono la loro apertura allo Spirito
Santo che guida la Chiesa” ed è capace di “trasformare tutte le debolezze umane in
opportunità per il bene”. Ha, così, invocato lo Spirito Santo, affinché guidi i cristiani
lungo questo percorso promettente ma ancora difficile. Nel momento in cui si procede
verso la piena comunione, è l’esortazione del Papa, “dobbiamo offrire già una comune
testimonianza lavorando assieme al servizio dell’umanità, specialmente nella difesa
della dignità della persona umana, nell’affermazione dei valori etici fondamentali,
nella promozione della giustizia e della pace e rispondendo alle sofferenze che continuano
ad affliggere il nostro mondo, particolarmente la fame, la povertà, l’analfabetismo
e la disuguale distribuzione delle risorse”. Al contempo, si legge nel messaggio,
le nostre Chiese possono lavorare assieme per mettere l’accento sulla responsabilità
dell’umanità nel salvaguardare il Creato. Il Papa esprime apprezzamento per le tante
iniziative prese del Patriarca in questo senso, e ricorda in particolare il recente
Simposio di Religione, Scienza e Ambiente, dedicato al fiume Mississippi.