Il Papa all'Angelus: il mondo ha bisogno di speranza e questa si trova solo in Cristo
E’ tempo di Avvento: siamo invitati ad andare incontro a Cristo, partecipando alla
preghiera, dando una testimonianza eloquente di carità. E’ quanto ha affermato stamani
Benedetto XVI all’Angelus. Il mondo contemporaneo – ha detto il Papa - ha bisogno
soprattutto di speranza. E questa si trova solo in Gesù Cristo. Il servizio di Amedeo
Lomonaco:
In questa
domenica – ricorda il Papa – inizia un nuovo Anno Liturgico che si apre con l’Avvento,
tempo di preparazione al Natale del Signore. La realtà dell’Anno Liturgico, vista
"dalla parte di Dio" – spiega il Santo Padre - può essere così rappresentata:
“Il
centro della liturgia è Cristo, come il sole intorno al quale, al modo dei pianeti,
ruotano la Beata Vergine Maria – la più vicina – e quindi i martiri e gli altri santi
che “in cielo cantano a Dio la lode perfetta e intercedono per noi”.
Ma
quale rilevanza può avere la realtà dell’Anno Liturgico per l’uomo, la storia e la
società?
"La risposta ce la suggerisce proprio il cammino dell’Avvento,
che oggi intraprendiamo. Il mondo contemporaneo ha bisogno soprattutto di speranza:
ne hanno bisogno i popoli in via di sviluppo, ma anche quelli economicamente evoluti.
Sempre più ci accorgiamo che ci troviamo su un’unica barca e dobbiamo salvarci tutti
insieme". Ci rendiamo conto – aggiunge il Papa – che, “vedendo crollare
tante false sicurezze, abbiamo bisogno di una speranza affidabile”. Questa speranza
si trova solo in Cristo:
“Il Signore Gesù è venuto in passato, viene
nel presente, e verrà nel futuro. Egli abbraccia tutte le dimensioni del tempo, perché
è morto e risorto, è ‘il Vivente’ e, mentre condivide la nostra precarietà umana,
rimane per sempre e ci offre la stabilità stessa di Dio. E’ ‘carne’ come noi ed è
‘roccia’ come Dio”.
“Chiunque anela alla libertà, alla giustizia
e alla pace – osserva il Papa – può risollevarsi e alzare il capo, perché in Cristo
la liberazione è vicina”:
“Gesù Cristo non riguarda solo i cristiani,
o solo i credenti, ma tutti gli uomini, perché Egli, che è il centro della fede, è
anche il fondamento della speranza. E della speranza ogni essere umano ha costantemente
bisogno”.
Dopo l’Angelus il Papa ha ricordato che il prossimo primo
dicembre si terrà la Giornata mondiale contro l’Aids. Il pensiero del Santo Padre
è per ogni persona colpita da questa malattia:
“La Chiesa non cessa
di prodigarsi per combattere l’Aids, attraverso le sue istituzioni e il personale
a ciò dedicato. Esorto tutti a dare il proprio contributo con la preghiera e l’attenzione
concreta, affinché quanti sono affetti dal virus HIV sperimentino la presenza del
Signore che dona conforto e speranza. Auspico infine che, moltiplicando e coordinando
gli sforzi, si giunga a fermare e debellare questa malattia”.
L’esortazione
finale del Papa all’Angelus è di mettersi alla scuola di Maria. La Vergine – ricorda
il Santo Padre – incarna pienamente l’umanità che vive nella speranza basata sulla
fede nel Dio vivente. Maria è ben piantata nel presente, nell’oggi della salvezza:
nel suo cuore raccoglie tutte le promesse passate ed è protesa al compimento futuro.
Benedetto XVI ha salutato, infine, quanti hanno partecipato alla marcia promossa dal
Movimento dell'Amore Familiare per "manifestare profondo amore al Crocifisso, riconoscendone
il valore religioso, storico e culturale".