Il direttore di Save The Children Italia: l'Europa ha soggezione di forze che considerano
le migrazioni lesive del benessere
Nel Messaggio per la 96.ma Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che si
celebrerà il prossimo 17 gennaio, Benedetto XVI sottolinea che tanti minori immigrati
rischiano di essere discriminati e sfruttati nonostante i proclami della Convenzione
dei Diritti del Bambino. I loro diritti – aggiunge il Papa nel Messaggio - devono
essere rispettati da tutti e sempre. Al microfono di Federico Piana il direttore
generale di "Save The Children in Italia", Valerio Neri:
R. – Apprezziamo
particolarmente le parole del Papa che vogliono riportare anche ad una moralità del
dire. La Convenzione dell’Onu è ancora una carta molto utopica. Questi diritti che
lì vengono sanciti non sono in gran parte rispettati, perché i Paesi del mondo occidentale,
e quindi anche l’Europa in particolare, hanno secondo me un atteggiamento di soggezione.
Soggezione, per esempio, nei confronti di quelle forze europee che sentono le migrazioni
come lesive di un proprio benessere. Quando i governi sono così soggetti a queste
forze, che sono dentro la società, non riconoscono i diritti di questi ragazzi. Ragazzi
che hanno il diritto di essere accolti, di essere indirizzati, di essere portati per
mano nella legalità.
D. – Come si può, nel concreto,
dare un seguito alle parole del Santo Padre anche dal punto di vista legislativo,
soprattutto per i minori che chiedono asilo, fuggendo per varie ragioni dal proprio
Paese dove non ricevono adeguata protezione?
R. –
Per quei migranti minori non accompagnati, non sempre richiedenti asilo, questo dipende
anche dai Paesi da cui provengono; quello che andrebbe senz’altro fatto è un sistema
di accoglienza ben differente da quello attuale. Per esempio, per un ragazzo che in
qualche modo riesce ad entrare in Italia, noi di Save the children o di altre organizzazioni
riusciamo ad intercettarlo per tempo. Riusciamo quindi a dargli delle informazioni:
gli diciamo nella sua lingua quali sono i diritti che in Italia possiamo riconoscergli,
quale è la legalità e la legislazione che lo riguarda. Ammettiamo quindi di riuscire
ad indirizzarlo verso la casa famiglia, un centro dove poi potrà ricevere quella tutela
legislativa. Ma se in quel centro non troverà nessuna mediazione culturale, nessuno
che parli la sua lingua, nessuno che riesca a fargli capire nella sua cultura di continuare
quel lavoro di informazione già iniziato, quel ragazzo scapperà dal centro. Si disperderà
nel territorio, finirà nel lavoro minorile, nella pornografia, nella prostituzione
e nelle varie forme di sfruttamento perché questa molto spesso è la realtà. Oppure
cercherà di continuare il suo viaggio, secondo il progetto migratorio che ha in testa,
andando incontro a nuovi pericoli. Vanno accolti, vanno compresi e, quindi, va creata
per loro una rete di accoglienza, che parta esattamente dai loro bisogni. (Montaggio
a cura di Maria Brigini)