2009-11-29 15:32:15

Il direttore di Save The Children Italia: l'Europa ha soggezione di forze che considerano le migrazioni lesive del benessere


Nel Messaggio per la 96.ma Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che si celebrerà il prossimo 17 gennaio, Benedetto XVI sottolinea che tanti minori immigrati rischiano di essere discriminati e sfruttati nonostante i proclami della Convenzione dei Diritti del Bambino. I loro diritti – aggiunge il Papa nel Messaggio - devono essere rispettati da tutti e sempre. Al microfono di Federico Piana il direttore generale di "Save The Children in Italia", Valerio Neri: RealAudioMP3

R. – Apprezziamo particolarmente le parole del Papa che vogliono riportare anche ad una moralità del dire. La Convenzione dell’Onu è ancora una carta molto utopica. Questi diritti che lì vengono sanciti non sono in gran parte rispettati, perché i Paesi del mondo occidentale, e quindi anche l’Europa in particolare, hanno secondo me un atteggiamento di soggezione. Soggezione, per esempio, nei confronti di quelle forze europee che sentono le migrazioni come lesive di un proprio benessere. Quando i governi sono così soggetti a queste forze, che sono dentro la società, non riconoscono i diritti di questi ragazzi. Ragazzi che hanno il diritto di essere accolti, di essere indirizzati, di essere portati per mano nella legalità.

 
D. – Come si può, nel concreto, dare un seguito alle parole del Santo Padre anche dal punto di vista legislativo, soprattutto per i minori che chiedono asilo, fuggendo per varie ragioni dal proprio Paese dove non ricevono adeguata protezione?

 
R. – Per quei migranti minori non accompagnati, non sempre richiedenti asilo, questo dipende anche dai Paesi da cui provengono; quello che andrebbe senz’altro fatto è un sistema di accoglienza ben differente da quello attuale. Per esempio, per un ragazzo che in qualche modo riesce ad entrare in Italia, noi di Save the children o di altre organizzazioni riusciamo ad intercettarlo per tempo. Riusciamo quindi a dargli delle informazioni: gli diciamo nella sua lingua quali sono i diritti che in Italia possiamo riconoscergli, quale è la legalità e la legislazione che lo riguarda. Ammettiamo quindi di riuscire ad indirizzarlo verso la casa famiglia, un centro dove poi potrà ricevere quella tutela legislativa. Ma se in quel centro non troverà nessuna mediazione culturale, nessuno che parli la sua lingua, nessuno che riesca a fargli capire nella sua cultura di continuare quel lavoro di informazione già iniziato, quel ragazzo scapperà dal centro. Si disperderà nel territorio, finirà nel lavoro minorile, nella pornografia, nella prostituzione e nelle varie forme di sfruttamento perché questa molto spesso è la realtà. Oppure cercherà di continuare il suo viaggio, secondo il progetto migratorio che ha in testa, andando incontro a nuovi pericoli. Vanno accolti, vanno compresi e, quindi, va creata per loro una rete di accoglienza, che parta esattamente dai loro bisogni. (Montaggio a cura di Maria Brigini)







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