Tensione in Medio Oriente dopo la condanna dell'Iran per il nucleare
Tornano a farsi difficili i rapporti tra comunità internazionale e Iran. L’Agenzia
Internazionale per l’Energia Atomica ha varato a larga maggioranza una risoluzione
di censura contro l’Iran e il suo programma nucleare. A testimoniare l’irritazione
della comunità internazionale nei confronti di Teheran, anche il voto favorevole di
Russia e Cina. Falliti dunque i tentativi negoziali per risolvere la crisi sul nucleare
iraniano, si apre ora l’ipotesi di nuove e pesanti sanzioni. Stefano Leszczynski
ha intervistato Riccardo Redaelli, docente di geopolitica all’Università del
Sacro Cuore di Milano:
R. – In realtà
l’Agenzia ha tentato tutte le strade per offrire un compromesso ragionevole agli iraniani.
Non c’era altra possibilità essendo andati così avanti, spingendosi così avanti, per
offrire un buon compromesso con gli iraniani che constatare la loro non volontà e
quindi procedere con una risoluzione di condanna.
D.
– Una novità da un punto di vista di equilibri internazionali è data dal fatto che
Russia e Cina questa volta hanno deciso di adottare un atteggiamento rigido nei confronti
dell’Iran…
R. – Anche la Russia era coinvolta in
prima persona nel progetto di compromesso. Bisognava spedire, come si sa, dell’uranio
arricchito debolmente in Russia per poi trasformarlo in combustibile per un reattore
di ricerca a scopi medici. La Russia si è esposta moltissimo e aveva appoggiato in
tutti i modi anche le ragioni iraniane. Per quanto riguarda la Cina possiamo dire
che ragiona in prospettive geostrategiche, energetiche, di lungo periodo. L’Iran è
un punto chiave ma nello stesso tempo è importante il rapporto con gli Stati Uniti
che sta migliorando con l’amministrazione Obama.
R.
- Si può dire che torna prepotentemente l’ipotesi di una soluzione anche militare
contro quello che è il programma nucleare iraniano?
R.
– Una soluzione militare con un attacco preventivo sui siti nucleari iraniani è un’ipotesi
che terrorizza un po’ tutti e che nessuno in realtà vorrebbe fare. Gli americani per
primi, che hanno le forze troppo disperse, hanno i problemi in Afghanistan, un Iraq
nient’affatto stabilizzato, e che quindi tutto vorrebbero tranne che imbarcarsi in
un altro confronto militare. Israele, però, sta andando avanti, anche perché - pur
non essendoci la prova che gli iraniani stanno davvero costruendo una bomba - in Israele
sono molto avanti per progettare un possibile attacco militare, il quale avrebbe conseguenze
davvero imprevedibili.