Tempo di Avvento: il Papa presiede i Primi Vespri in San Pietro. La riflessione di
don Piero Coda
Questo pomeriggio, alle 17, nella Basilica Vaticana, il Papa presiederà la celebrazione
dei Primi Vespri della Prima Domenica di Avvento. Con il tempo di Avvento, inizia
un nuovo ciclo annuale, nel quale la Chiesa celebra il mistero di Cristo, dall’Incarnazione
alla Pentecoste e all’attesa del suo ritorno. Il tempo di Avvento è anche un tempo
mariano: riconduce infatti a Maria, la cui attesa del Signore è per tutti esemplare.
Ma che cosa rappresenta esattamente per il cristiano l’Avvento? Tiziana Campisi
lo ha chiesto a mons. Piero Coda, teologo, preside dell’Istituto Universitario
Sophia di Loppiano:
R. – L’Avvento
è quel periodo forte che ci prepara immediatamente al Natale, comprende quattro settimane
di vita liturgica ritmate da un cammino di avvicinamento a questo evento straordinario
della nostra fede che è la venuta nel mondo del Figlio di Dio, l’incarnazione di Gesù. D.
– Quattro domeniche, ciascuna con un significato particolare … R.
– Sono quattro domeniche che hanno il significato di ritmare questo progressivo avvicinamento
al Natale, quindi ci fanno ripercorrere interiormente il cammino di tutta la storia
di Israele che in qualche modo è un riassunto della storia dell’umanità. Si tratta
di quattro tappe di avvicinamento alla venuta di Dio in mezzo a noi, che non è solo
la venuta in quel momento – più di 2000 anni fa – ma a partire da lì, è la sua continua
venuta nel nostro cuore, attraverso la fede, attraverso i sacramenti, il Battesimo,
l’Eucaristia. È la sua venuta in mezzo a noi come l’Emmanuele, cioè il Dio con noi. D.
– Secondo lei, i segni dei tempi su che cosa ci invitano a riflettere in questo periodo
d’Avvento? R. – Prima di tutto ci invitano a riflettere proprio
sul fatto che noi, nella storia dell’umanità, dobbiamo essere in stato di avvento,
cioè di attesa e di accoglienza di Dio che viene. Mai come oggi l’umanità ha delle
piaghe profonde a tutti i livelli: spirituale, materiale, personale, collettivo. Queste
piaghe invocano la venuta del Salvatore. D. – Quali sono i suoi
consigli per prepararsi all’Avvento? R. – Penso che la prima
cosa sia fare un po’ di azzeramento di tutto nel proprio cuore, nella propria mente
e mettersi disarmati di fronte alla Parola di Dio che ci annuncia la venuta di Gesù,
del Salvatore. Fare silenzio dentro di noi, perché la Parola che viene, che vuol farsi
carne anche nella nostra vita, se non c’è silenzio, non solo non viene ascoltata,
ma non viene nemmeno percepita. D. – Come fare silenzio oggi
con tanto frastuono e tanto rumore attorno a noi? R. – Occorre
trovare dei momenti precisi nella propria esistenza: possono essere proprio queste
quattro domeniche di Avvento. Un momento di interiorizzazione della Parola che ascoltiamo,
ad esempio, nella liturgia della Santa Messa, dove forse ci colpiscono dei riferimenti,
qualche invito profondo; e poi ritornare a casa e rileggersi questa Parola ascoltata,
lasciare che scenda nel nostro cuore, e dopo, alla luce di questa, prendere una decisione,
semplice ma concreta, che cambi qualcosa nella nostra vita e che si esprima in quegli
atteggiamenti di apertura all’altro, a chi è povero, a chi è ultimo – anche vicino
a noi – a chi ha bisogno, quegli atteggiamenti che sono la vera espressione, l’unica,
autentica espressione di una vera apertura al Dio che viene.