2009-11-28 12:15:57

Tempo di Avvento: il Papa presiede i Primi Vespri in San Pietro. La riflessione di don Piero Coda


Questo pomeriggio, alle 17, nella Basilica Vaticana, il Papa presiederà la celebrazione dei Primi Vespri della Prima Domenica di Avvento. Con il tempo di Avvento, inizia un nuovo ciclo annuale, nel quale la Chiesa celebra il mistero di Cristo, dall’Incarnazione alla Pentecoste e all’attesa del suo ritorno. Il tempo di Avvento è anche un tempo mariano: riconduce infatti a Maria, la cui attesa del Signore è per tutti esemplare. Ma che cosa rappresenta esattamente per il cristiano l’Avvento? Tiziana Campisi lo ha chiesto a mons. Piero Coda, teologo, preside dell’Istituto Universitario Sophia di Loppiano:RealAudioMP3

R. – L’Avvento è quel periodo forte che ci prepara immediatamente al Natale, comprende quattro settimane di vita liturgica ritmate da un cammino di avvicinamento a questo evento straordinario della nostra fede che è la venuta nel mondo del Figlio di Dio, l’incarnazione di Gesù.
 
D. – Quattro domeniche, ciascuna con un significato particolare …
 
R. – Sono quattro domeniche che hanno il significato di ritmare questo progressivo avvicinamento al Natale, quindi ci fanno ripercorrere interiormente il cammino di tutta la storia di Israele che in qualche modo è un riassunto della storia dell’umanità. Si tratta di quattro tappe di avvicinamento alla venuta di Dio in mezzo a noi, che non è solo la venuta in quel momento – più di 2000 anni fa – ma a partire da lì, è la sua continua venuta nel nostro cuore, attraverso la fede, attraverso i sacramenti, il Battesimo, l’Eucaristia. È la sua venuta in mezzo a noi come l’Emmanuele, cioè il Dio con noi.
 
D. – Secondo lei, i segni dei tempi su che cosa ci invitano a riflettere in questo periodo d’Avvento?
 
R. – Prima di tutto ci invitano a riflettere proprio sul fatto che noi, nella storia dell’umanità, dobbiamo essere in stato di avvento, cioè di attesa e di accoglienza di Dio che viene. Mai come oggi l’umanità ha delle piaghe profonde a tutti i livelli: spirituale, materiale, personale, collettivo. Queste piaghe invocano la venuta del Salvatore.
 
D. – Quali sono i suoi consigli per prepararsi all’Avvento?
 
R. – Penso che la prima cosa sia fare un po’ di azzeramento di tutto nel proprio cuore, nella propria mente e mettersi disarmati di fronte alla Parola di Dio che ci annuncia la venuta di Gesù, del Salvatore. Fare silenzio dentro di noi, perché la Parola che viene, che vuol farsi carne anche nella nostra vita, se non c’è silenzio, non solo non viene ascoltata, ma non viene nemmeno percepita.
 
D. – Come fare silenzio oggi con tanto frastuono e tanto rumore attorno a noi?
 
R. – Occorre trovare dei momenti precisi nella propria esistenza: possono essere proprio queste quattro domeniche di Avvento. Un momento di interiorizzazione della Parola che ascoltiamo, ad esempio, nella liturgia della Santa Messa, dove forse ci colpiscono dei riferimenti, qualche invito profondo; e poi ritornare a casa e rileggersi questa Parola ascoltata, lasciare che scenda nel nostro cuore, e dopo, alla luce di questa, prendere una decisione, semplice ma concreta, che cambi qualcosa nella nostra vita e che si esprima in quegli atteggiamenti di apertura all’altro, a chi è povero, a chi è ultimo – anche vicino a noi – a chi ha bisogno, quegli atteggiamenti che sono la vera espressione, l’unica, autentica espressione di una vera apertura al Dio che viene.







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