2009-11-28 15:41:36

Svizzera: referendum sui minareti


Vietare o meno l’edificazione di minareti e l’esportazione di armi: sono i due quesiti, molto diversi tra loro, sui quali sono chiamati a pronunciarsi domani i cittadini svizzeri. La proposta di inserire nella Costituzione elvetica il divieto di costruire minareti è stata presentata dalla destra nazional-conservatrice. La questione delle armi è stata sollevata dal cosiddetto Gruppo per una Svizzera senza esercito. Il servizio di Fausta Speranza:RealAudioMP3  
Secondo gli ultimi sondaggi, i due punti del referendum saranno bocciati, ma bisogna sottolineare che i pareri favorevoli all'iniziativa contro i minareti sono lievemente cresciuti nelle scorse settimane. L'iniziativa contro i minareti è stata lanciata nel 2007, sulla scia delle contestazioni dei progetti di costruzione di un minareto a Wangen (Canton Soletta) e a Langenthal (Canton Berna) da rappresentanti dei due partiti di destra: l'Unione democratica di centro e l'Unione democratica federale. Nel luglio 2008, i promotori hanno depositato l'iniziativa munita di quasi 114 mila firme valide: 100 mila è il minimo necessario per sottoporre un'iniziativa al verdetto popolare. Il governo ed il parlamento hanno fatto campagna contro l'iniziativa. Per essere approvata, la proposta dovrebbe ottenere la doppia maggioranza, dei votanti e dei cantoni.
 
Sulla questione, il nostro collega della redazione francese, Thomas Chabol, ha chiesto una riflessione a mons. Nicolas Betticher, vicario generale della Diocesi di Losanna, Ginevra, Friburgo:
 
R. - Je penses que le débat aujourd’hui sera autour de la question…
Io credo che il dibattito oggi sarà centrato anzitutto sulla questione della discriminazione e se ne comprende bene il perché. Bisogna anzitutto capire che la proposizione di questa iniziativa è finalizzata a modificare la Carta federale, introducendovi un articolo che discrimina una comunità religiosa o, meglio, discrimina le comunità musulmane nel nostro Paese. Questo è evidentemente e totalmente inaccettabile già dal semplice punto di vista del semplice diritto. Sistematicamente, noi abbiamo ricordato - e i vescovi lo hanno ribadito già dall’inizio di settembre - che non bisogna far subire ai musulmani quello che già i cristiani hanno vissuto nel XIX secolo, cioè impedire la costruzione di un vescovado senza l’autorizzazione del Consiglio federale. A questo riguardo, noi abbiamo impiegato 150 anni per correggere questa ingiustizia e questa discriminazione. Appare, quindi, molto importante oggi farsi guidare dalla storia e non dare inizio nuovamente ad una battaglia che è già stata condotta ormai due secoli fa.







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