Ru486 solo in ospedale: le perplessità di Scienza e Vita
“Una chiarificazione importante, ma i rischi per la donna non scompariranno, non condivideremo
mai logiche di morte”. Così, in sintesi, si è espresso Lucio Romano, presidente dell’Associazione
Scienza e vita dopo il parere, sulla pillola abortiva RU 486, del ministro della Salute,
Maurizio Sacconi. In un documento inviato ieri all’Agenzia italiana del farmaco, si
ribadisce che l’intera procedura abortiva va seguita esclusivamente in ospedale e
si richiede l’emanazione di nuove linee guida da parte dell’Aifa. Massimiliano
Menichetti ha raccolto il commento dello stesso Lucio Romano: R.
- Certamente doverosa era l’indagine conoscitiva da parte della Commissione igiene
e sanità del Senato, così come altrettanto doveroso era l’intervento del ministro
Sacconi. E’ una chiarificazione in merito alle criticità e alle incongruenze dell’uso
dell’aborto chimico, non solo secondo l’applicazione della legge 194, ma anche per
quanto riguarda tutte le perplessità inerenti alla sicurezza delle donne. D.
- Il ministro ribadisce che tutto il procedimento dovrà svolgersi in ospedale... R.
- Sulla reale applicazione di un regime ordinario, io ho delle grandissime perplessità
in merito, perché ritengo che una donna - per quanto possa essere più o meno indotta
con consenso informato sull’obbligatorietà di rimanere ricoverata in un regime per
l'appunto ordinario - difficilmente rimarrà ricoverata per tre o quattro giorni.
Se ne assumerà tutta la responsabilità attraverso la firma di autodimissione. Noi
assisteremo così ad un aborto fai-da-te, ad un aborto in casa, ad un aborto nella
solitudine. D. - Si attendono ora nuove linee dall’Aifa? R.
- Senza dubbio, e soprattutto che siano più specifiche per quanto riguarda il regime
di ricovero ordinario. Nella precedente delibera, l’espressione non era molto chiara,
molto puntuale per quanto riguardava il tipo di ricovero: si parlava genericamente
di un ricovero, ma non veniva specificato se avveniva in regime di day hospital o
in regime ordinario. D. - L’utilizzo della RU486 entra in contrasto
con la legge 194 sull’aborto. Alcuni parlano di un paradosso: chi prima difendeva
la vita, adesso sostiene la legge abortista per impedire la commercializzazione della
pillola… R. - E’ opportuno che tutti sappiano che, di fatto,
coloro che vogliono la liberalizzazione dell’uso della RU486 in realtà vogliono modificare
la legge 194 nella sostanza. Vale a dire anche per quanto riguarda quella minima azione
di prevenzione cosiddetta "post-concezionale", molto, molto disattesa da coloro che
applicano la 194. Che da parte nostra ci si esprima contro la RU486 non significa
certamente che noi siamo a favore dell’aborto e tanto meno a favore dell’aborto chirurgico,
ma siamo a favore di una educazione alla vita, alla formazione di un sentimento morale.
Siamo a favore della prossimità umana, una vicinanza che significa sollievo sotto
il profilo psicologico, economico, con politiche sociali e familiari di aiuto alle
donne, che significa quindi una educazione alla vita.