2009-11-28 15:54:20

Roma: cerimonia per non dimenticare l’orrore del genocidio staliniano in Ucraina


L’Holodomor, lo sterminio per fame che negli anni 1932-33 causò in Ucraina milioni di vittime, è stato evocato ieri in Campidoglio con una cerimonia ufficiale, promossa dall’ambasciatore in Italia Heorhii Cherniavskyi, che ha unito autorità civili, parlamentari, diplomatici e alcune centinaia di giovani studenti, per mantenerne viva e incontaminata la memoria. Fu un genocidio, ancora oggi poco noto o misconosciuto, che provocato da una carestia artificiale consapevolmente messa in atto dal regime comunista di Stalin - investì anche altre regioni dell’Unione Sovietica – non solo annientò i contadini come classe sociale, ma tentò di distruggere le fondamenta dell’identità nazionale e religiosa cristiana. Lo hanno illustrato e documentato vari oratori: la storica Olena Ponomareva docente dell’università La Sapienza, i giornalisti Gabriele Ratini e Giulio de Nicolais. Quest’ultimo, e così pure, l’on. Riccardo Migliori, presidente della delegazione italiana nell’assemblea partlamentare dell’Ocse, hanno citato papa Benedetto XVI che il 23 novembre dell’anno scorso, nel 75esimo anniversraio dell’Holodomor, auspicò vivamente che "nessun ordinamento politico possa più, in nome di una ideologia, negare i diritti della persona umana e la sua libertà e dignità”, assicurando preghiere “per tutte le vittime innocenti di quell’immane tragedia”. Anche l’on. Tetyna Kuzyk, che ha incarichi di carattere europeo, ha ricordato nel suo intervento il Santo Padre che ha invocato “la Santa Madre di Dio perché aiuti le nazioni a procedere sulle vie della riconciliazione e a costruire il presente e il futuro nel rispetto reciproco e nella ricerca sincera della pace”. La dott.ssa Serena Tajè Forni, dell’ufficio Relazioni internazionali del Comune di Roma, ha recato non solo il saluto, ma anche l’impegno del sindaco Gianni Alemanno perché la città che in forza della sua tradizione cristiana dà voce a tutti i popoli, continui a farne rispettare l’identità, specie in quest’epoca di globalizzazione confusa. Infine è stato proiettato il film “I vivi” di Sergiy Bukovsy, con le impressionanti testimonianze di sopravvisuti all’Holodomor, allora bambini. (A cura di Graziano Motta)







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