Kisangani: concluso l'incontro per i formatori dei seminari
“Ho trovato una Chiesa viva, desiderosa di apportare il proprio contribuito alla promozione
dell’uomo e allo sviluppo dell’area” dice all’agenzia Fides don Giuseppe Magrin, incaricato
della formazione per la Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, che è appena
rientrato da Kisangani, la più importante città del centro-nordorientale della Repubblica
Democratica del Congo. Don Magrin ha partecipato al Seminario di formazione per i
formatori dei seminari dell’Assemblea episcopale provinciale di Kisangani, che si
è aperta il 18 novembre e si è conclusa ieri. Gli altri conferenzieri oltre a don
Magrin, erano mons. Julien Andavo, vescovo di Isiro-Niangara e incaricato delle case
di formazione della provincia ecclesiastica, mons. Jan Dumon, segretario della Pontificia
Opera di San Pietro Apostolo e don Archange Kampi, della diocesi di Bunia e insegnante
presso i Seminari maggiore e minore. Al seminario hanno partecipato 25 preti diocesani.
“ I partecipanti al seminario erano particolarmente motivati, come dimostrato dal
livello e dal numero delle domande da loro poste” dice don Magrin. Il sacerdote è
rimasto particolarmente colpito “dal desiderio di miglioramento da parte degli abitanti
di Kisangani, una città che convive ancora con le ferite dei violenti scontri del
1999 tra le truppe ugandesi e rwandesi per il controllo delle miniere d’oro che si
trovano nelle sue vicinanze”. “I giovani in particolare desiderano studiare per avere
migliori possibilità nella vita. Il governo intende potenziare la locale università
e anche la Chiesa vuole dare il proprio contributo al miglioramento degli studi universitari”
dice don Magrin. “La Chiesa locale, pur tra le carenze materiali, vuole proseguire
con entusiasmo l’opera di evangelizzazione iniziata dai primi missionari, i Padri
Bianchi. Furono loro, esperti del mondo islamico, a essere inviati in missione nell’allora
Stanleyville, dove Henry Morton Stanley aveva avviato la costruzione della ferrovia
con immigrati sudanesi, in gran parte musulmani. Per questo motivo Kisangani ospita
oggi un’importante comunità musulmana” ricorda don Magrin. “I missionari hanno lavorato
bene e la Chiesa e il clero locale sono il risultato dei semi sparsi da loro” conclude
il sacerdote. (R.P.)