Arte e fede: conferenza a Roma sull’iconografia sacra
Ricostruire la figura di San Paolo attraverso l'interpretazione di grandi artisti.
E' stato l'intento della conferenza "Arte e fede: San Paolo nell'arte Sacra" promossa
ieri sera a Roma dall'Associazione "Iniziative culturali, educative e familiari" (Icef).
L'obiettivo è di offrire una lettura approfondita, alla luce della Scrittura, dei
dipinti di straordinari maestri per coglierne i significati al di là della bellezza
delle immagini. Ma l’arte può essere una strada per la fede? Chiara Pileri
ha chiesto al prof.Rodolfo Papa, docente di storia delle teorie estetiche
presso la Facoltà di Filosofia della Pontificia Università Urbaniana:
R. – Certamente.
E’ uno dei ponti privilegiati da tutta la tradizione cristiana. Si può pervenire all’arte
attraverso la fede ma si può anche arrivare alla fede attraverso l’arte.
D.
– Possiamo riscontrare una crisi nel linguaggio iconografico?
R. – Più
che crisi del linguaggio iconografico c’è una crisi ermeneutica, quella che poi ha
evidenziato Sua Santità Benedetto XVI. Il problema è che la lettura dell’immagine,
la lettura del dipinto non è così approfondita e di conseguenza anche gli artisti,
i fruitori, i lettori non hanno a disposizione delle letture così complete, così compiute,
tanto da poter poi riutilizzare l’iconografia tradizionale.
D. – Qual
è l’eredità che ci lasciano questi artisti?
R. – Innanzitutto un’eredità
di fede perché purtroppo noi siamo abituati ad ascoltare costantemente dalla storia
dell’arte che gli artisti sono tutti laici e laicisti. Gli artisti, invece, per lo
più sono cattolici, sono artisti che vivono profondamente la fede. L’eredità che ci
lasciano è innanzitutto la bellezza da contemplare come ha detto Giovanni Paolo II
parlando della cappella Sistina: questa bellezza sconvolgente che ci permette di contemplare
l’azione dello spirito santo nella vita dell’uomo.