Messaggio del Papa per la Giornata dei migranti dedicata ai minori: i loro diritti
devono essere rispettati da tutti e sempre
I diritti dei migranti devono essere rispettati da tutti e sempre: è quanto afferma
Benedetto XVI nel suo Messaggio per la 96.ma Giornata Mondiale del Migrante e del
Rifugiato, che si celebrerà il prossimo 17 gennaio sul tema: “I migranti ed i rifugiati
minorenni”. Ce ne parla Sergio Centofanti.
Il Papa lo
ribadisce in modo forte e chiaro: “il migrante è una persona umana con diritti fondamentali
inalienabili da rispettare sempre e da tutti”. Invita tutti a “comprendere le difficoltà
di quanti sono lontani dalla propria patria” e pone la sua attenzione sulla “straziante
condizione di milioni di bambini di ogni continente. Essi sono più vulnerabili perché
meno capaci di far sentire la loro voce”. Ricorda quindi il monito di Cristo, che
“nel giudizio finale considererà riferito a Lui stesso tutto ciò che è stato fatto
o negato "a uno solo di questi più piccoli" (cfr Mt 25, 40.45)”. “Gesù stesso da bambino
– aggiunge - ha vissuto l'esperienza del migrante perché … per sfuggire alle minacce
di Erode dovette rifugiarsi in Egitto insieme a Giuseppe e Maria (cfr Mt 2,14)”. Il
Messaggio rileva la drammatica condizione di tanti minori “lasciati in abbandono”
e “a rischio di sfruttamento” nonostante i proclami della Convenzione dei Diritti
del Bambino. Analizza la situazione dei ragazzi nati nei Paesi ospitanti e quella
dei figli che non vivono con i genitori emigrati dopo la loro nascita, ma li raggiungono
successivamente: “questi adolescenti fanno parte di due culture con i vantaggi e le
problematiche connesse alla loro duplice appartenenza, condizione questa che tuttavia
può offrire l'opportunità di sperimentare la ricchezza dell'incontro tra differenti
tradizioni culturali”. Benedetto XVI auspica una loro integrazione nei Paesi ospitanti
in particolare con la frequenza scolastica e il successivo inserimento nel mondo del
lavoro. Nel testo ci si riferisce poi ad una particolare categoria di minori: “quella
dei rifugiati che chiedono asilo, fuggendo per varie ragioni dal proprio Paese, dove
non ricevono adeguata protezione. Le statistiche rivelano che il loro numero è in
aumento. Si tratta dunque - afferma il Pontefice - di un fenomeno da valutare con
attenzione e da affrontare con azioni coordinate, con misure di prevenzione, di protezione
e di accoglienza adatte, secondo quanto prevede anche la stessa Convenzione dei Diritti
del Bambino”. Il Papa esprime la propria gratitudine alle parrocchie
e alle molte associazioni cattoliche che “animate da spirito di fede e di
carità, compiono grandi sforzi per venire incontro alle necessità di questi nostri
fratelli e sorelle” e invita “tutti i cristiani a prendere consapevolezza” della sfida
sociale e pastorale posta dalla condizione dei minori migranti e rifugiati. L'accoglienza
“verso lo straniero, specialmente se si tratta di bambini – conclude il Papa - diviene
annuncio del Vangelo della solidarietà. La Chiesa lo proclama quando apre le sue braccia
e opera perché siano rispettati i diritti dei migranti e dei rifugiati, stimolando
i responsabili delle Nazioni, degli Organismi e delle istituzioni internazionali perché
promuovano opportune iniziative a loro sostegno”. A tutti, infine, il Papa ricorda
le parole di Gesù: “Ero forestiero e mi avete ospitato”. Il Messaggio
del Papa è stato presentato stamani nella Sala Stampa della Santa Sede. Sono intervenuti
mons. Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per
i Migranti e gli Itineranti, mons. Agostino Marchetto, segretario, e mons. Novatus
Rugambwa, sotto-segretario del medesimo Pontificio Consiglio. Il servizio di Amedeo
Lomonaco:
Il Messaggio
del Papa è dunque dedicato in particolare alla situazione dei migranti minorenni,
i più vulnerabili tra gli immigrati. Mons. Antonio Maria Vegliò: “Se
gli immigrati in genere sono vulnerabili perché si trovano in un Paese che non è il
loro e nel quale la protezione può non essere garantita, molto più lo sono gli immigrati
minorenni, soprattutto se non accompagnati, e dunque privi di rappresentanti legali
o di tutori”. Bisogna poi riconoscere con profonda pena che
la “società agisce e reagisce all’arrivo dei rifugiati con “stereotipi, preconcetti
e pregiudizi”. Le comunità cattoliche – ha detto mons. Agostino Marchetto
– hanno il compito di rispondere a questa sfida sociale: “Le
nostre comunità cattoliche hanno il dovere di accogliere chiunque bussi per necessità
alla nostra porta, di dimostrare solidarietà, ospitalità e impegno pastorale rivolto
ai bisogni dei minori specialmente non accompagnati e di quelli rifugiati separati”. Si
deve inoltre incentivare il percorso che possa offrire un futuro ai giovani migranti.
Mons. Novatus Rugambwa: “Poiché fornire
servizi educativi a questi giovani favorisce non solo loro stessi ma anche la famiglia,
la comunità e il Paese, si rende necessario rompere il legame esistente tra svantaggi
socio-economici ed educativi. Ugualmente si avverte la necessità di impegnarsi contro
la scarsità di risorse finanziarie per risolvere queste difficoltà”. Rispondendo
ai giornalisti, mons. Agostino Marchetto ha poi commentato l’iniziativa di un comune
italiano, denominata ''White christmas'', per promuovere un censimento degli stranieri
presenti sul territorio: “Questo di associare il Natale, che
è frutto del Mistero dell’accoglienza della Vergine del Verbo di Dio, ad una realtà
difficile, che tocca gli esseri umani, io credo che sia una cosa dolorosa”. Mons. Antonio Maria Vegliò si è infine soffermato sul referendum
previsto domenica in Svizzera per proibire la costruzione di minareti: “Sono
per l’apertura verso l’altro. Quindi, non vedo come si possa impedire ad un gruppo
di persone di avere il proprio luogo di preghiera, anche se ciò comporta un sentimento
di avversione o di paura, perché non c’è alcuna reciprocità. Il cristiano, però, deve
passare oltre anche a questo elemento”.