Messaggio ai gesuiti in Africa per la Giornata mondiale della lotta all’Hiv
“Imparare ad affrontare l’Aids come famiglia” deve essere il primo passo da compiere
per evitare di continuare a condannare, rifiutare, emarginare o etichettare le persone
contagiate come “praticamente morte” e dimostrare che “appartenere alla famiglia di
Dio significa agire come Gesù ci ha mostrato”. È questo il messaggio, ripreso dalla
Fides, inviato a tutti i gesuiti del Continente africano da padre Masawe, gesuita,
moderatore di Jesam - Conferenza dei Superiori Maggiori dell’Africa e Madagascar.
In vista della prossima Giornata Mondiale dell’Aids, che si celebrerà in tutto il
mondo il 1° dicembre, padre Masawe ha ricordato che non bisogna aver paura o scoraggiarsi
per “l’enormità dei problemi del nostro continente, tra i quali l’Hiv e l’Aids. Fanno
parte della vita e lo faranno a lungo. Come una grande famiglia dobbiamo affrontare
la sfida con fiducia”, sostiene nel messaggio. “L’Aids, insieme alla malaria e alla
tubercolosi, è una pandemia che sta decimando le popolazioni africane e sta danneggiando
gravemente la loro vita economica e sociale”. Questa malattia, ha sottolineato il
gesuita, non deve essere affrontata solo come un problema medico-farmaceutico o di
cambiamento del comportamento umano, perché è “una questione di sviluppo e giustizia
integrali, che richiede un approccio e una risposta olistici da parte della Chiesa”.
Inoltre, parlando dei comportamenti sessuali, riconosce che la visione ecclesiale
“è spesso ritenuta rigida, irrealistica o moralistica”, e che altri fattori, come
“povertà, fame, guerra e sfollamento forzato, violenza domestica e commercio sessuale”
favoriscono la diffusione del virus tra migliaia di persone. Sono molti i programmi
della Chiesa per garantire assistenza, cibo e sostegno ai sieropositivi, “l’obiettivo
è vivere come una famiglia: rispettare la dignità e la vita di ciascuno, mostrare
solidarietà con chiunque sia nel bisogno”. Il messaggio si conclude così: “Come Gesù,
Maria e Giuseppe nella Santa Famiglia, così la Chiesa-Famiglia di Dio in Africa conosce
i suoi figli e figlie, le loro necessità, forze e debolezze, paure e speranze. Essa
manifesta questa amorevole conoscenza indicando i modi di prevenzione dell’Hiv nell’ambito
familiare e prendendosi cura dei malati e di quanti sono affetti dall’Aids, lavorando
per la riconciliazione, la giustizia e la pace. Con il Sinodo, Jesam ringrazia tutti
coloro che sono generosamente impegnati in questo difficile apostolato di amore e
di attenzione”. (C.P.)