Libano: dal villaggio dei media cristiani un messaggio di pace per tutto il Medio
Oriente
Un’area di 27mila metri quadri con 155 uffici attrezzati, 8 studi di registrazione,
tre canali satellitari, altrettante stazioni radio, un giornale quotidiano, un magazine,
un internet provider. È quanto prevede il progetto del villaggio mediatico che sorgerà
nel quartiere di Fatka, alla periferia di Beirut, presentato al Papa durante l’udienza
generale di mercoledì scorso dai responsabili dell'emittente radiotelevisiva libanese
Télé Lumière-Noursat. Accompagnato nell'Aula Paolo VI dal Patriarca maronita Nasrallah
Boutros, il direttore generale di Télé Lumière, Jacques Kallassy, ha detto
che si produrrà informazione in dodici lingue, da quelle internazionali - come il
francese, l'inglese e l'arabo - a quelle più antiche del Medio Oriente: “Caldeo, assiro,
armeno, ma anche greco, portoghese e tutti gli altri idiomi parlati dalle minoranze
cristiane che abitano l'area”. Secondo quanto riferisce la Zenit, sono inoltre previste
librerie, un museo sulla presenza cristiana in queste terre, un teatro, una struttura
per formare operatori dell'informazione, persino un centro teologico. La prima pietra
del villaggio multimediale è stata posta il primo ottobre 2008. Ora è tutto pronto
per partire con i lavori. “Sarebbe meglio dire - ha puntualizzato Kallassy - con la
ricostruzione, visto che durante la guerra del 2006, tra il 12 e il 22 luglio, tre
torri per la trasmissione, una delle quali installata appena tre mesi prima, vennero
bombardate e distrutte sulle montagne di Sannine e Terbol al nord e sulla collina
di Fatka”. Télé Lumière è nata nel 1991 proprio in seguito a un altro conflitto -
quello che per sedici anni aveva insanguinato il Libano dal 1975 al 1991 - con lo
scopo di riaccendere la speranza tra la gente comune. Fondata da un monaco eremita,
fratel Nour, e gestita da laici impegnati, “è l'emittente di tutti i cristiani del
Medio Oriente - ha spiegato la responsabile dei programmi Marie-Therese Kreidy - e
di quelli della diaspora nei cinque continenti”. (M.G.)