La Chiesa irlandese chiede perdono per gli abusi sui minori da parte di sacerdoti
dell’arcidiocesi di Dublino. Con noi, mons. Diarmuid Martin
Dolore e vergogna, umiltà e pentimento: sono i sentimenti con i quali la Chiesa irlandese
ha accolto la pubblicazione, ieri, del rapporto sugli abusi sessuali ai minori da
parte del clero dell’arcidiocesi di Dublino. L’indagine, presentata dal ministro della
Giustizia irlandese, Dermont Ahern, illustra i terribili crimini compiuti a danno
dei minori da parte di 46 sacerdoti, tra il 1975 e il 2004. Il servizio di Alessandro
Gisotti:
“Sono scioccato
e provo vergogna”, “chiedo scusa a tutti coloro a cui è stato fatto del male e alle
loro famiglie”: così, il cardinale Seàn Brady, primate di tutta l’Irlanda, in un comunicato
dopo la pubblicazione del rapporto sugli abusi sessuali da parte di sacerdoti dell’arcidiocesi
di Dublino. Nel documento, lungo 700 pagine - frutto del lavoro di una commissione
istituita nel 2006 - si parla di 320 casi di abusi sui minori. Ad essere chiamati
in causa, oltre agli autori delle violenze, anche quattro arcivescovi che, secondo
il documento, “misero la reputazione della Chiesa davanti alla protezione di bambini
indifesi”. Dal canto suo, il cardinale Brady ha ribadito che “nessuno è al di sopra
della legge” ed ha assicurato che la Chiesa sta facendo tutto il possibile per tutelare
l’infanzia da questi crimini orrendi. Il 28 ottobre 2006, ricevendo in visita ad Limina
i presuli irlandesi, il Papa aveva parlato dei “molti casi dolorosi di abusi sessuali
sui minori”. “Nei vostri sforzi continui di affrontare in modo efficace questo problema
– fu l’esortazione del Papa ai vescovi - è importante stabilire la verità di ciò che
è accaduto in passato, prendere tutte le misure atte ad evitare che si ripeta in futuro,
assicurare che i principi di giustizia vengano pienamente rispettati e, soprattutto,
guarire le vittime e tutti coloro che sono colpiti da questi crimini abnormi”.
La
pubblicazione del rapporto è stata accolta con profondo dolore dall’attuale arcivescovo
di Dublino,Diarmuid Martin. Intervistato da Philippa Hitchen, mons.
Martin rivolge innanzitutto il suo pensiero a quanti hanno sofferto a causa delle
violenze sessuali perpetrate da sacerdoti della sua diocesi:
R. – I think
of the horror that they went through, I think particularly … Mi viene da
pensare all’orrore che hanno vissuto; in particolare, penso a quel gruppo di persone
che non sono state ancora capaci di raccontare la loro storia e per le quali la lettura
di questo Rapporto solleverà emozioni tremende, emozioni che non sono mai riuscite
ad elaborare. Nel corso degli anni, io stesso ho incontrato tante, tante vittime e
mi sono reso conto che, sotto molti aspetti, la loro vita – o parte della loro vita
– è stata rovinata; sono state costrette a convivere con questa sofferenza terribile
per anni.
D. – Molti dei sacerdoti che hanno commesso
tali abusi sono ora in prigione, molti di loro sono stati comunque portati davanti
alla giustizia. Lei pensa che ci debba essere un modo in cui i capi della Chiesa si
assumano delle responsabilità per tutto questo in maniera aperta, pubblicamente?
R.
– I think on the publication of this Report, people will admit their responsibilities
… Credo che con la pubblicazione di questo Rapporto le persone ammetteranno
le loro responsabilità lì dove queste ci siano; per quanto riguarda l’aspetto penale,
investigare è compito delle autorità di polizia e del pubblico ministero. Ma molti
di questi casi sono già stati esaminati. Uno dei problemi è che a volte molti dei
colpevoli negavano l’evidenza, rifiutando perfino di ammettere l’esistenza di un problema,
ed assumevano atteggiamenti subdoli, volti a depistare … Purtroppo, a suo tempo fu
presa la decisione di non trattare le offese da loro arrecate seriamente come sarebbe
stato giusto che fossero trattate … Il problema è, quindi, che furono prese decisioni
che hanno fatto sì che altri bambini subissero gli stessi abusi. Ora, dall’altro canto
bisogna dire che in Irlanda sono stati fatti grandi progressi nell’applicazione, in
seno alla Chiesa, di normative a tutela dei bambini.
D.
– Dall’altro lato, questa vicenda ha richiesto anche un prezzo altissimo al morale
dei sacerdoti nella sua diocesi. Cosa pensa di fare?
R.
– This is a particular period, when the Church... Questo è un momento particolare,
perché la Chiesa ha bisogno di instaurare un nuovo dialogo con i giovani, e sarebbe
tragico se i sacerdoti si dovessero sentire inibiti in questo ambito. I parrocchiani
conoscono e sanno riconoscere i bravi sacerdoti, e credo che questi sacerdoti riceveranno
il coraggio e la forza proprio dai loro stessi parrocchiani e dai laici per riconoscere
l’importanza della loro missione… La Chiesa deve cambiare ed io credo che sarà meglio
per noi aver affrontato questo capitolo fino in fondo. Dovremo essere molto attenti
nella formazione dei nostri sacerdoti … Eppure, in mezzo a tutto questo non ho mai
perduto il mio ottimismo, perché sono convinto che ci stiamo muovendo nella direzione
giusta! Su tutti i fronti.