Il testo integrale del Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale del Migrante e
del Rifugiato: i loro diritti siano rispettati da tutti e sempre
I diritti dei migranti devono essere rispettati da tutti e sempre: è quanto afferma
Benedetto XVI nel suo Messaggio per la 96.ma Giornata Mondiale del Migrante e del
Rifugiato, che si celebrerà il prossimo 17 gennaio sul tema: “I migranti ed i rifugiati
minorenni”. Il Papa invita tutti a “comprendere le difficoltà di quanti sono lontani
dalla propria patria” e pone la sua attenzione sulla “straziante condizione di milioni
di bambini di ogni continente… sono più vulnerabili perché meno capaci di far sentire
la loro voce”. Ricorda quindi il monito di Cristo, che “nel giudizio finale considererà
riferito a Lui stesso tutto ciò che è stato fatto o negato "a uno solo di questi più
piccoli" (cfr Mt 25, 40.45)”. “Gesù stesso da bambino – aggiunge - ha vissuto l'esperienza
del migrante perché … per sfuggire alle minacce di Erode dovette rifugiarsi in Egitto
insieme a Giuseppe e Maria (cfr Mt 2,14)”. Il Messaggio rileva la drammatica condizione
di tanti minori “lasciati in abbandono” e “a rischio di sfruttamento” nonostante i
proclami della Convenzione dei Diritti del Bambino. Auspica una loro integrazione
nei paesi ospitanti in particolare con la frequenza scolastica e il successivo inserimento
nel mondo del lavoro. Il Papa esprime la propria gratitudine per le parrocchie e le
molte associazioni cattoliche che operano con grande generosità in loro favore. L'accoglienza
“verso lo straniero, specialmente se si tratta di bambini – conclude il Papa - diviene
annuncio del Vangelo della solidarietà” nutrito dalla Parola di Gesù: Ero forestiero
e mi avete ospitato”. Ecco il testo integrale del Messaggio di Benedetto XVI:
Cari fratelli e sorelle, la celebrazione della
Giornata del Migrante e del Rifugiato mi offre nuovamente l'occasione di
manifestare la costante sollecitudine che la Chiesa nutre verso coloro che vivono,
in vari modi, l'esperienza dell'emigrazione. Si tratta di un fenomeno che, come ho
scritto nell'Enciclica Caritas in veritate, impressiona per il numero di persone coinvolte,
per le problematiche sociali, economiche, politiche, culturali e religiose che solleva,
per le sfide drammatiche che pone alle comunità nazionali e a quella internazionale.
Il migrante è una persona umana con diritti fondamentali inalienabili da rispettare
sempre e da tutti (cfr n. 62). Il tema di quest'anno - "I migranti e i rifugiati minorenni"
tocca un aspetto che i cristiani valutano con grande attenzione, memori del monito
di Cristo, il quale nel giudizio finale considererà riferito a Lui stesso tutto ciò
che è stato fatto o negato "a uno solo di questi più piccoli" (cfr Mt 25, 40.45).
E come non considerare tra "i più piccoli" anche i minori migranti e rifugiati? Gesù
stesso da bambino ha vissuto l'esperienza del migrante perché, come narra il Vangelo,
per sfuggire alle minacce di Erode dovette rifugiarsi in Egitto insieme a Giuseppe
e Maria (cfr Mt 2,14). Se la Convenzione dei Diritti
del Bambino afferma con chiarezza che va sempre salvaguardato l'interesse del minore
(cfr art. 3), al quale vanno riconosciuti i diritti fondamentali della persona al
pari dell'adulto, purtroppo nella realtà questo non sempre avviene. Infatti, mentre
cresce nell'opinione pubblica la consapevolezza della necessità di un'azione puntuale
e incisiva a protezione dei minori, di fatto tanti sono lasciati in abbandono e, in
vari modi, si ritrovano a rischio di sfruttamento. Della drammatica condizione in
cui essi versano, si è fatto interprete il mio venerato Predecessore Giovanni Paolo
II nel messaggio inviato il 22 settembre del 1990 al Segretario Generale delle Nazioni
Unite, in occasione del Vertice Mondiale per i Bambini. "Sono testimone egli scrisse
- della straziante condizione di milioni di bambini di ogni continente. Essi sono
più vulnerabili perché meno capaci di far sentire la loro voce" (Insegnamenti XIII,
2, 1990, p. 672). Auspico di cuore che si riservi la giusta attenzione ai migranti
minorenni, bisognosi di un ambiente sociale che consenta e favorisca il loro sviluppo
fisico, culturale, spirituale e morale. Vivere in un paese straniero senza effettivi
punti di riferimento crea ad essi, specialmente a quelli privi dell'appoggio della
famiglia, innumerevoli e talora gravi disagi e difficoltà. Un
aspetto tipico della migrazione minorile è costituito dalla situazione dei ragazzi
nati nei paesi ospitanti oppure da quella dei figli che non vivono
con i genitori emigrati dopo la loro nascita, ma li raggiungono successivamente.
Questi adolescenti fanno parte di due culture con i vantaggi e le problematiche connesse
alla loro duplice appartenenza, condizione questa che tuttavia può offrire l'opportunità
di sperimentare la ricchezza dell'incontro tra differenti tradizioni culturali. È
importante che ad essi sia data la possibilità della frequenza scolastica e del successivo
inserimento nel mondo del lavoro e che ne vada facilitata l'integrazione sociale grazie
a opportune strutture formative e sociali. Non si dimentichi mai che l'adolescenza
rappresenta una tappa fondamentale per la formazione dell'essere umano. Una particolare
categoria di minori è quella dei rifugiati che chiedono asilo, fuggendo per varie
ragioni dal proprio paese, dove non ricevono adeguata protezione. Le statistiche rivelano
che il loro numero è in aumento. Si tratta dunque di un fenomeno da valutare con attenzione
e da affrontare con azioni coordinate, con misure di prevenzione, di protezione e
di accoglienza adatte, secondo quanto prevede anche la stessa Convenzione dei Diritti
del Bambino (cfr art. 22). Mi rivolgo ora particolarmente alle parrocchie e alle molte
associazioni cattoliche che, animate da spirito di fede e di carità, compiono grandi
sforzi per venire incontro alle necessità di questi nostri fratelli e sorelle. Mentre
esprimo gratitudine per quanto si sta facendo con grande generosità, vorrei invitare
tutti i cristiani a prendere consapevolezza della sfida sociale e pastorale che pone
la condizione dei minori migranti e rifugiati. Risuonano nel nostro cuore le parole
di Gesù: "Ero forestiero e mi avete ospitato" (Mt 25,35), come pure il comandamento
centrale che Egli ci ha lasciato: amare Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima
e con tutta la mente, ma unito all'amore al prossimo (cfr Mt 22,37-39). Questo ci
porta a considerare che ogni nostro concreto intervento deve nutrirsi prima di tutto
di fede nell'azione della grazia e della Provvidenza divina. In tal modo anche l'accoglienza
e la solidarietà verso lo straniero, specialmente se si tratta di bambini, diviene
annuncio del Vangelo della solidarietà. La Chiesa Io proclama quando apre le sue braccia
e opera perché siano rispettati i diritti dei migranti e dei rifugiati, stimolando
i responsabili delle Nazioni, degli Organismi e delle istituzioni internazionali perché
promuovano opportune iniziative a loro sostegno. Vegli
su tutti materna la Beata Vergine Maria e ci aiuti a comprendere le difficoltà di
quanti sono lontani dalla propria patria. A quanti sono coinvolti ne vasto mondo dei
migranti e rifugiati assicuro la mia preghiera e imparto di cuore la Benedizione Apostolica.