2009-11-27 16:14:49

Critiche agli Usa per il no al Trattato sulle mine anti-persona


Sono già 127 i Paesi che si sono registrati per partecipare e una cinquantina quelli che saranno presenti con delegazioni di alto profilo alla Seconda Conferenza di revisione del Trattato di Ottawa per la messa al bando delle mine anti-uomo, in programma a Cartagena (Colombia) dal 29 novembre al 4 Dicembre. Lo apprende l’agenzia Misna da fonti colombiane che confermano anche la partecipazione, per la prima volta, di una delegazione americana. Oggetto di critiche e osservazioni la possibilità, da parte degli Stati Uniti - membro permanente del Consiglio di sicurezza dell'Onu - di inviare una sua delegazione in occasione della Conferenza. Questo comunicato è stato però accompagnato da una dichiarazione di Ian Kelly, portavoce della Casa Bianca, che ha ribadito la posizione del suo Paese di non voler aderire, almeno per ora, al Trattato di Ottawa. Dichiarazioni criticate dalla Campagna internazionale contro le mine (Icbl) che in una nota ha espresso “disappunto” chiedendosi “quale sia lo scopo di inviare allora una delegazione a Cartagena”. Dietro le posizioni ufficiali, fonti della MISNA sottolineano però che il passo della Casa Bianca dovrebbe essere letto positivamente almeno in considerazione del tenore delle dichiarazioni di Kelly, il quale ha detto che “l’amministrazione americana è impegnata in una revisione della sua politica sulle mine e che questa revisione è in corso”. Kelly ha anche detto che la revisione, la prima dal 2003, richiederà tempo e che, dovendo decidere se inviare o meno una delegazione a Cartagena, si è alla fine deciso in favore della prima opzione. “Fin quando questa revisione andrà avanti – ha concluso il portavoce – la nostra posizione non cambierà”. Secondo Steeve Goose, responsabile del dipartimento ‘armi’ dell’organizzazione non governativa americana ‘Human rights watch’ (Hrw) e relatore di una parte del rapporto annuale dell’Icbl sulle mine, la presenza di una delegazione americana a Cartagena è comunque da considerarsi un passo avanti. Goose ha anche detto che, pur non aderendo al Trattato, gli Stati Uniti rispettano già alcune sue importanti direttive: non usano infatti mine dal 1991, non le esportano dal 1992 e non le producono dal 1997. Gli Stati Uniti non hanno mai aderito al Trattato in vigore dal 1999, così come Russia, Cina, India e Pakistan, la maggior parte dei Paesi mediorientali e delle repubbliche ex-sovietiche. Il numero di Paesi che però hanno deciso di rinunciare ad un sistema d'arma il cui impatto umanitario a lungo termine è decisamente sproporzionato alla sua utilità militare, è più che triplicato. Più di 50 milioni di mine, immagazzinate negli arsenali di questi ed altri Paesi sono state distrutte. Anche il numero delle vittime sta lentamente diminuendo, parallelamente all'avanzare delle attività di sminamento e di prevenzione. E nel dicembre 2002 per la prima volta un Paese minato, il Costa Rica, è stato dichiarato "libero da mine". (C.P.)







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