Cile: documento dei vescovi a conclusione della plenaria
A conclusione della loro 98.ma assemblea plenaria, ieri, i vescovi del Cile hanno
annunciato alle comunità ecclesiali del Paese un rinnovato impegno ìmissionario. Questa
sfida pastorale, alla quale ha esortato Benedetto XVI, i presuli cileni la considerano
di fondamentale importanza per “andare incontro ai fratelli e sorelle che si sono
allontanati” così come per entrare “nelle famiglie con particolare attenzione per
i bambini e i giovani”, chiamati a scoprire la bellezza “ e l’attualità della novità
contenuta nel Vangelo del Signore”. I vescovi cileni tornano a riflettere anche sulla
rilevanza delle celebrazione del bicentenario dell’indipendenza nazionale. “Nelle
radici del Cile, scrivono, si trova l’annuncio del Vangelo e la presenza della Chiesa,
che agisce sia nella vita personale sia in quella comunitaria dei cileni”. Ricordando
altri messaggi recenti, i presuli ribadiscono l’urgenza di costruire una nazione per
tutti: il “Cile, un tavolo per tutti”, come una famiglia, come un focolare “dove nessuno
resta escluso e dove tutti possono dare un proprio contributo con i loro talenti creativi
ed efficaci per superare le disuguaglianze sociali”. Dall’altra parte i presuli cileni
ricordano di aver discusso anche sull’ambiente e sull’impatto di questi problemi nella
vita delle persone. Nell’ambito delle questioni sociali rilevano che “i conflitti,
gli scioperi, la qualità dell’educazione e della assistenza sanitaria così come la
realtà dei popoli aborigeni” sono stati temi dell’agenda di lavoro di primaria importanza.
Con riferimento alle prossime elezioni presidenziali i vescovi cileni da una parte
sottolineano l’importanza di un modello di sviluppo capace di includere tutti e dall’altra
la necessità di difendere e se necessario recuperare le tradizioni e l’identità nazionali.
Si tratta, spiegano i presuli, di scopi da tener presente al momento di votare con
responsabilità e discernimento. Nel campo dei valori i vescovi tornano a ricordare
la centralità del valore della vita umana sin dal suo concepimento fino al suo termine
naturale; l’importanza della famiglia; il superamento della miseria di ogni forma
di esclusione sociale; lo sviluppo umano sostenibile e integrale, capace di generar
uguaglianza, giustizia e solidarietà; e, infine, quale riassunto di questi principi,
la centralità della persona umana e della sua dignità. Alla vigilia dell’udienza di
Benedetto XVI ai Presidenti di Argentina e Cile in programma domani, la Conferenza
episcopale ha infine voluto commemorare i 25 anni della firma del Trattato di pace
e amicizia, che vide la luce grazie alla mediazione di Giovanni Paolo II : “Vogliamo
esprimere la nostra gratitudine al Servo di Dio Giovanni Paolo II, poiché insieme
ai suoi collaboratori seppe “aprire un cammino di pace e di amicizia” fra i due Paesi
quando la guerra stava alle porte. Questa pace “è la vocazione dei credenti e vogliamo
che si possa riflettere nella nostra convivenza nazionale così come in quella con
i nostri fratelli argentini”. (A cura di Luis Badilla)