Usa: “Dichiarazione di Manhattan” per una più corretta coscienza religiosa
“I cristiani, quando hanno dato vita ai più alti ideali della loro fede, hanno difeso
il debole e il vulnerabile e hanno lavorato instancabilmente per proteggere e rafforzare
le istituzioni vitali della società civile, a cominciare dalla famiglia”. Queste parole
racchiudono il cuore della “Dichiarazione di Manhattan”, che è stata sottoscritta
da oltre 125 leader cattolici, ortodossi ed evangelici degli Stati Uniti, insieme
per difendere la vita e la famiglia. Santità della vita, matrimonio e libertà religiosa
sono i temi principali contenuti nel documento, dove figurano le firme di 15 Vescovi
cattolici. Come riportato dall’agenzia Fides, e secondo il sito ufficiale della Dichiarazione
(www.manhattandeclaration.org), il numero delle firme al documento ha superato le
107.000 unità. La Dichiarazione di Manhattan pone un accento particolare sul tema
della libertà religiosa negli Stati Uniti d’America. Riflettendo sulle parole di Gesù
“Date a Cesare quel che è di Cesare, e a Dio quello che è di Dio” (Mt 22,21), i firmatari
del documento affermano che “il diritto alla libertà religiosa ha il suo fondamento
nell’esempio di Cristo stesso e nell’autentica dignità della persona umana creata
ad immagine di Dio. Nessuno può essere costretto ad abbracciare una religione contro
la sua volontà, né può essere proibito a persone di fede di adorare Dio secondo quanto
impone loro la propria coscienza, o di esprimere pubblicamente e liberamente le proprie
profonde convinzioni religiose”. Alla luce dell’attuale situazione culturale degli
Stati Uniti, i firmatari - tra cui l’Arcivescovo di New York, Timothy Dolan, e quello
di Washington, Donald Wuerl - definiscono paradossale il fatto che quanti rivendicano
oggi il diritto ad uccidere un bambino nel seno materno, gli anziani e i disabili,
ed anche il diritto a pratiche sessuali immorali, “siano riconosciuti e approvati
dalla legge”. Tali persone, che reclamano questi “diritti”, sono spesso l’avanguardia
di coloro che vorrebbero calpestare la libertà degli altri di esprimere il proprio
impegno religioso e morale per la santità della vita e la dignità del matrimonio come
unione coniugale di un uomo e una donna. La dichiarazione ricorda ai legislatori che
sebbene i cristiani rispettino le leggi dello stato, “le leggi che sono ingiuste –
e specialmente le leggi che sembrano voler costringere i cittadini a fare ciò che
non è giusto – minano il bene comune piuttosto che mettersi al suo servizio… Leggi
ingiuste degradano l’essere umano”. (C.P.)