2009-11-26 16:03:13

Università Cattolica: omelia di mons. Crociata sull'impegno cristiano nel mondo della sofferenza


“Il rilievo sociale dell’ambito medico e sanitario, che risalta ancora di più nel caso di questo Policlinico universitario e delle strutture ad esso afferenti, evoca prontamente la dimensione etica dell’attività che vi si svolge. E non v’è dubbio che, molto più che per altri aspetti della vita sociale, la responsabilità etica risalta là dove è in gioco la persona umana gravata da malattie, provata dal dolore, o sospesa sotto la minaccia incombente della morte”: lo ha detto stamane a Roma, nell’omelia della messa per l’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore-Policlinico Gemelli, il segretario generale della Cei mons. Mariano Crociata. “Il senso di questo nostro celebrare – ha proseguito - sta più in profondità ed è più vicino a noi di quanto pensiamo, poiché non si giustappone ad una dimensione umana o ad progetto eticamente già autosufficienti, bensì si colloca a loro fondamento, li anima dall’interno, conferisce loro il giusto orientamento. Senso dell’esperienza umana e impegno etico o sono cristiani nativamente e strutturalmente o non lo sono affatto. Il cristianesimo non può essere ridotto ad una verniciatura superficiale su una parete già completa e finita di suo”. “In un tempo che vede oscillare molti tra il nichilismo rappresentato in forma estrema dal terrorismo autodistruttivo e un consumismo in forza del quale tutto si compra ma niente ha valore duraturo – ha poi detto mons. Crociata nell’omelia all’Università Cattolica di Roma -, noi credenti siamo chiamati a testimoniare in modo sobrio e radicale insieme il valore esaltante di una vita umanamente piena perché piena di Dio. La sfida per voi è fare della passione per Dio l’anima della passione per la scienza, per la cura di chi è malato, per il benessere pienamente umano di ogni persona”. Il segretario generale della Cei - riferisce l'agenzia Sir - ha quindi affermato: “Siamo richiamati a condurre la nostra esistenza senza lasciarci rinchiudere nel corto circuito dei nostri drammi, dei nostri problemi, perfino del nostro lavoro e delle nostre fatiche. Senza falsi provvidenzialismi e senza indulgenze di sorta al dolce far niente, e meno ancora però alla paura paralizzante e disperata, scopriamo il bisogno di uno sguardo verso l’orizzonte più vasto sulla cui vista ci colloca il nostro percorso di vita”. (R.P.)







All the contents on this site are copyrighted ©.