Piogge e alluvioni non fermano il pellegrinaggio a La Mecca
Poco prima dell’alba i tre milioni di pellegrini convenuti da tutto il mondo hanno
cominciato a riunirsi a Mina, sulle piane di Arafat nell’Arabia Saudita, per il primo
rito dell’ Hajj, il viaggio annuale a La Mecca che ogni musulmano, se ne ha le condizioni
economiche e di salute, è chiamato fare una volta nella vita. I pellegrini - riferisce
l'agenzia Misna - hanno raggiunto la località superando le difficoltà poste da inattese
e intense piogge torrenziali e alluvioni che nelle ultime ore hanno provocato la morte
di 48 persone, 44 delle quali a Jeddah, sul Mar Rosso; alcune strade sono state sommerse
dall’acqua che in poco tempo ha raggiunto quasi un metro di altezza. Sul monte Arafat,
dove il profeta Mohammed pronunciò il suo ultimo sermone, i fedeli pronunceranno la
preghiera “Signore sono qui in risposta alla tua chiamata. Non c’è altro Dio che te.
Benedetto tu sia Signore”. Il presidente americano Barak Obama ha inviato un messaggio
ai pellegrini della Mecca e ai musulmani negli Stati Uniti e nel mondo che oggi si
preparano a celebrare la ricorrenza Eid Al Adha (festa del sacrificio), in cui sono
ricordate le figure di Abramo e Ismaele, suo figlio con la schiava Hagar da cui, secondo
la tradizione musulmana, discendono le popolazioni arabe. “I riti del pellegrinaggio
e Eid al Adha ci ricordano la condivisa discendenza da Abramo delle tre grandi religioni
del mondo” ha detto il presidente americano. Domani i pellegrini torneranno a Mina,
dopo aver trascorso la notte a Muzdalifah per il rito della ‘lapidazione’ del diavolo
in cui i fedeli lanceranno sassi contro tre muri (in passato tre pilastri), chiamati
jamarat, che simboleggiano il male. L’ Hajj è uno dei cinque pilastri della fede islamica,
insieme alla professione di fede, la preghiera quotidiana, il digiuno nel mese di
Ramadan e l’elemosina obbligatoria ai poveri. (R.P.)