Padre Sinnot: dopo il sequestro ritorna alla vita missionaria
Rapito fuori dalla sua abitazione a Pagadian, nelle Filippine e liberato l’11 novembre,
un mese dopo il sequestro, Padre Michael Sinnot ha dichiarato di voler continuare
a svolgere il suo servizio come missionario. Il presbitero originario di Clonard,
Irlanda ha detto “Penso che se volevano sequestrare qualcuno avrebbero dovuto scegliere
una persona molto più giovane, perché non sempre riuscivo a camminare rapidamente”.
Come riportato da Zenit, il sacerdote irlandese è stato consegnato all'Esercito filippino
da alcuni rappresentati del Fronte Islamico di Liberazione Moro, un gruppo che lotta
per l'indipendenza di Mindanao, un'isola del sud delle Filippine. Il Fronte ha detto
di non aver catturato Sinnott, ma di aver negoziato la sua liberazione con i sequestratori,
un gruppo separato del movimento ribelle. I rapitori avevano diffuso un video di padre
Sinnott il 31 ottobre e chiedevano un riscatto di due milioni di dollari. Il sacerdote
ha inoltre dichiarato di non provare alcun rancore per i suoi rapitori, dai quali
assicura di essere stato trattato bene. Dopo la sua liberazione, Padre Sinnot è stato
portato all'aeroporto di Manila, dov'è stato salutato dal Presidente filippino Gloria
Macapagal Arroyo. Il Ministro degli Esteri irlandese Micheál Martin ha detto che
non è stato pagato alcun riscatto. “Come in sequestri precedenti, il Governo irlandese
non ha pagato riscatti – ha dichiarato –. Facendolo, avremmo solo messo in pericolo
il lavoro vitale degli operatori umanitari e dei missionari di tutto il mondo”. Il
sacerdote appartiene alla Società Missionaria di San Colombano, un missionario irlandese
vissuto tra il VI e il VII secolo che fondò molti monasteri in tutta l'Europa occidentale.
(C.P.)