L’Unione Mondiale di Organizzazioni Femminili Cattoliche in campo contro la Convenzione
Onu
Rappresentanti di organizzazioni cattoliche di donne di 25 Paesi hanno espresso al
Segretario Generale dell'ONU il proprio rifiuto della convenzione dell'organismo internazionale
contro la discriminazione femminile. Il presidente dell'Unione Mondiale di Organizzazioni
Cattoliche di Donne (WUCWO, dalle iniziali in inglese), Karen Hurley, lo ha dichiarato
in una lettera inviata lunedì scorso a Ban Ki-Moon alla chiusura della riunione annuale
delle rappresentanti dell'Unione, celebrata a Roma dal 14 al 18 novembre. La lettera
esorta l'organismo internazionale a "svolgere azioni concrete per difendere le donne
e i bambini, vittime innocenti della violenza". Segnala anche di non sostenere la
Convenzione delle Nazioni Unite sull'eliminazione di tutte le forma di discriminazione
contro la donna (CEDAW). "La CEDAW - ha spiegata - viene utilizzata come uno strumento
per promuovere la violenza [contro le] donne e le ragazze, le madri e i bambini".
E questo "attraverso l'accesso legale all'aborto a richiesta, esercitando pressioni
sui Paesi di tutto il mondo perché legalizzino e finanzino l'aborto, promuovano gli
anticoncezionali, la riproduzione assistita per unioni omosessuali e altri atti immorali
che vanno contro la legge naturale di Dio". La WUCWO, ha aggiunto, "sfida e metterà
in evidenza il linguaggio ambiguo particolarmente relazionato a termini come genere,
riproduttivo, salute, scelta o diritti". "Vi esortiamo - ha dichiarato la Hurley -
a prendere decisioni per realizzare azioni concrete per sradicare la violenza perpetrata
contro le donne di tutte le età e di tutti gli stati di vita, e a promuovere un totale
rispetto per la dignità delle donne. Deve esserci un maggiore rispetto globale per
la dignità di cui le donne sono state dotate dal loro creatore", ha affermato. (C.P.)