Il Messaggio del Papa per l'Anno giubilare della Chiesa vietnamita: un evento per
rinnovare l'annuncio del Vangelo
“Rinnovare l’annuncio del Vangelo” in Vietnam per “costruire una società giusta, solidale
ed equa”: è l’appello che il Papa lancia nel suo Messaggio per l’Anno giubilare della
Chiesa vietnamita, aperto martedì scorso a So Kien, nell’arcidiocesi di Hanoi. L’evento
celebra il 350.mo dei Vicariati apostolici del Tonchino e della Cocincina e il 50.mo
dello stabilimento della gerarchia ecclesiastica nel Paese. Il servizio di Sergio
Centofanti: In
un Paese in cui “il quotidiano mette talvolta alla prova la fede”, le parole di Benedetto
XVI vogliono aprire alla speranza. Invita i vescovi a testimoniare “con coraggio e
perseveranza la grandezza di Dio e la bellezza della fede in Cristo”. Il Pontefice
esorta i religiosi e le religiose a vivere “la radicalità evangelica e chiede ai fedeli
laici di “impegnarsi più a profondamente e attivamente nella vita e nella missione
della Chiesa”: l’obiettivo è quello di un annuncio più incisivo della Buona Novella
per portare alla società i “valori evangelici della carità, della verità, del diritto
e della giustizia” promuovendo il dialogo, il rispetto reciproco e la collaborazione.
“L'Anno Giubilare – spiega - è un tempo di grazia favorevole alla riconciliazione
con Dio e col prossimo”. E in questo senso esprime la necessità di “riconoscere le
mancanze del passato e del presente, commesse contro i fratelli nella fede e i concittadini,
chiedendone perdono”. Benedetto XVI esorta quindi ad attingere la speranza e il coraggio
dall’esempio luminoso dei martiri vietnamiti: nel giorno della loro memoria, il 24
novembre, si è aperto l’Anno Santo a So Kien, luogo dove sono conservate le loro reliquie.
Invoca infine la protezione della Madonna di La Vang assicurando la sua “preghiera
quotidiana” per tutti i fedeli vietnamiti. Ma sull’apertura delle celebrazioni giubilari
a So Kien, dove erano presenti decine di migliaia di persone, ascoltiamo la testimonianza
di una religiosa francescana vietnamita, suor Elisabetta,
Missionaria di Maria. L’intervista è di Romilda Ferrauto:
R.
- C’était grandiose, parce-que tous les diocèses … “E’ stato grandioso,
perché tutte le diocesi hanno contribuito con canti e danze e soprattutto scene che
raccontano la persecuzione. Davvero per la Chiesa intera del Vietnam è stata una festa
grande. Abbiamo voluto rivolgere uno sguardo al passato per vedere come il cristianesimo
sia arrivato fino a noi attraverso molte difficoltà e sofferenze: per tre secoli ci
sono state persecuzioni come nei primi tempi del cristianesimo a Roma. Ebbene, il
Vietnam oggi può dire: nonostante tutto …”.
D. -
Ma per i cattolici del Vietnam la loro vita quotidiana continua ad essere limitata
da restrizioni…
R. - Bien sur, il y en a beaucoup.
… “Sì, ce ne sono molte. Ma lei sa che noi siamo anche un po’ permeati di
confucianesimo, che è anche un po’ rassegnazione, forse anche un po’ troppa rassegnazione.
Eppure, questa rassegnazione fa sì che i cattolici vivano nella pazienza. Come è detto
nella Lettera di San Paolo ai Romani: niente può separarci dall’amore di Cristo: non
la sofferenza, la persecuzione né la spada, nulla e nessuno può separarci dall’amore
di Cristo. E questa consapevolezza è molto forte in tutte le difficoltà attraversate
dalla Chiesa in Vietnam”.
D. - Abitualmente diffidenti
nei riguardi di ogni manifestazione pubblica di fede, le autorità vietnamite hanno
tuttavia voluto unirsi ai festeggiamenti, e i cattolici sperano che ne nasca un miglioramento
delle relazioni bilaterali:
R. - Après les petits
mots de notre archevêque de Saigon pour … “Dopo le brevi parole del nostro
arcivescovo di Saigon per l’inaugurazione dell’Anno Santo, ci sono stati gli auguri
presentati dal governo: è stupefacente! Ma Dio fa tante di quelle cose stupefacenti,
come non puoi nemmeno immaginare! Bisogna dire che il regime, nonostante sia comunista,
è molto cambiato, ci sono state molte aperture: i cattolici e i seguaci delle altre
religioni possono esprimersi, anche se vi sono sempre delle difficoltà: ci sono sempre
i soldati in giro, per una questione di sicurezza. Ma ciò non toglie nulla al fatto
che ci sono stati gli auguri del governo!”
D. - Ospiti
d’eccezione, il cardinale Etchegaray e il cardinale Ving-Trois sono venuti per sostenere
questa Chiesa che continua ad esistere nonostante le sofferenze…
R.
- Le Vietnam, actuellement, connait cette floraison … “Il Vietnam conosce,
attualmente, un fiorire del cristianesimo: è una Chiesa molto vivace. Parliamo ad
esempio dei religiosi: siamo oltre 14 mila in tutto il Vietnam con almeno 140 Congregazioni;
siamo 12 mila religiose mentre il ramo maschile conta 2.500 persone. Le vocazioni
dunque si moltiplicano: uomini e donne, nonostante tutte le difficoltà – sociali e
politiche – accettano di dedicare la loro vita a Cristo”.
D.
- Ma se sembra che le autorità vietnamite vogliano giocare la carta della pacificazione,
le tensioni non mancano in seno alla Chiesa stessa: gli anni di regime comunista hanno
lasciato tracce profonde …
R. - Des difficultés internes,
vraiment, ça existe: malgré toute cette démonstration … “Sì, in effetti,
le difficoltà interne alla Chiesa esistono: nonostante tutte le manifestazioni, nella
Chiesa stessa con tutti gli avvenimenti che ci sono stati con il governo, la situazione
è molto complessa! Noi cerchiamo di vivere in termini fraterni. Noi religiosi cerchiamo
di fare quel che è possibile per portare pace e concordia, soprattutto comprensione.
Il Santo Padre lo sa!”.
D. - Una Chiesa martire,
che però vuole sperare e che conta sulle preghiere della Chiesa universale:
R.
- La force et le sang des martyrs … “La forza e il sangue dei martiri ci
sostengono molto. Penso che continueremo a vivere la nostra fede nella consapevolezza
che la Chiesa ci sostiene: la Santa Sede, tutta la Chiesa universale! Continuate a
sostenerci, a pregare per noi e a venire a trovarci!”.