Cina: articolo dell'agenzia ufficiale su padre Matteo Ricci, definito “modello di
integrazione”
L’11 maggio 2010 ricorreranno i quattrocento anni dalla morte di padre Matteo Ricci,
il grande missionario gesuita italiano (1552-1610) che con il suo straordinario zelo
per la missione, unito al talento scientifico, umanistico e culturale, ha evangelizzato
l’impero cinese. In vista di questo importante anniversario, oltre al mondo cattolico
cinese anche i mass media statali e popolari della Cina ricordano in un clima amichevole
"questo grande saggio occidentale". L’agenzia ufficiale statale cinese “Xin Hua”,
Nuova Cina, lunedì scorso gli ha dedicato un lungo articolo intitolato “Modello dell’incorporazione
della civiltà europea e cinese”, che è stato riportato da tantissimi siti tra quelli
più visitati, governativi e popolari, come il sito del Counsellor’s Office of the
State Council, The China Internet Information Center e tanti altri. L’articolo delinea
la figura di padre Matteo Ricci usando espressioni ormai ben conosciute: “Ponte tra
occidente e oriente”, “grande saggio dell’occidente”, “promotore/modello dello scambio
tra occidente e oriente”. Si legge anche una sua dettagliata biografia, la sua vita,
la sua missione, il suo contributo culturale, scientifico, sociale e religioso, citando
soprattutto la lettera di Benedetto XVI a mons. Claudio Giuliodori, vescovo di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia,
in occasione dell’apertura delle celebrazioni per i 400 anni della morte del missionario.
In quattro parti – introduzione, studio della cultura cinese, due viaggi verso Pechino,
la via dell’incorporazione delle diverse culture e scienze – l’autore dell’articolo
analizza i diversi fattori che sono fonte della sua notorietà e che lo hanno reso
una figura importantissima e a tuttoggi molto amata, benvoluto da tutti i cinesi,
cattolici e non. Infine padre Matteo Ricci è definito “pioniere della ricerca di una
base comune di dialogo interreligioso e dello scambio scientifico culturale. Con il
suo straordinario talento culturale e teologico che supera il tempo, ha indicato una
via alternativa dell’incorporazione tra cultura e scienza per tutti”. (R.P.)