Attentati anticristiani a Mosul: distrutta la Chiesa cattolica di Sant'Efrem
Duplice attentato anticristiano a Mosul, in Iraq. Questa mattina due diversi ordigni
hanno colpito la Chiesa cattolica caldea di Sant’Efrem e la Casa Madre delle suore
domenicane di Santa Caterina. Al momento non si hanno notizie di vittime, ma la Chiesa
è andata completamente distrutta. Anche il convento delle suore ha riportato danni.
Il servizio di Sergio Centofanti. Fonti cristiane di AsiaNews
a Mosul parlano di “minaccia in stile mafioso”. “È un messaggio ai cristiani – spiegano
– per costringerli a fuggire dalla città”. In uan dichiarazione all'agenzia Sir, il
vicario patriarcale di Baghdad, mons. Shlemon Warduni ha detto: “L’attentato esplosivo
è avvenuto questa mattina intorno alle ore 7.00 italiane. Fortunatamente non ci sono
né morti né feriti, lo stesso parroco non era in canonica poiché era uscito per una
visita. Se fosse stato dentro per lui non ci sarebbe stato scampo. Tutto è andato
distrutto. Questo è un attacco a tutta la Chiesa irachena – afferma il vescovo - e
dimostra che nessuno è al sicuro, quello che è accaduto a Mosul oggi può accadere
in ogni altro luogo del Paese”. Secondo padre Emil Shimoun Nona, neoeletto arcivescovo
di Mosul “hanno voluto colpire un simbolo della presenza cristiana e cattolica irachena
e non solo di Mosul. Tornano a salire la paura e la fuga dei cristiani. La polizia
- ha aggiunto - ha avviato le indagini per scoprire i colpevoli di questo terribile
atto. Resta difficile capire come sia potuta accadere una cosa simile, davanti ai
luoghi di culto c’è sempre polizia e camionette. Dai primi rilievi pare non si sia
trattato di un’autobomba ma di esplosivo piazzato dentro la Chiesa. Comunque bisogna
attendere per avere certezze”. Quindi ha aggiunto: "Hanno voluto colpire una parrocchia
nel centro della città, una zona povera, dove restano ancora delle famiglie cristiane,
quelle che non hanno potuto lasciare la città a causa sempre delle violenze; adesso
è tornata la paura e ricomincerà la fuga dei cristiani. Hanno distrutto le mura, le
pietre della Chiesa; adesso dobbiamo riedificare quella delle persone che hanno timore,
e stanno perdendo la fiducia e la speranza. Abbiamo bisogno di preghiere, aiuto e
sostegno morale e materiale”. Per il corepiscopo Philip Najim, procuratore caldeo
a Roma, contattato sempre dal Sir, “i cristiani non si sentono protetti né dalle autorità
locali né da quelle centrali, quindi, spinti da violenze come quella di oggi, scelgono
di emigrare dall’Iraq. Siamo davanti ad una violenza cieca che colpisce tutta la popolazione,
tutto l’Iraq, che ha lo scopo di creare caos e confusione”. Per il procuratore caldeo
“colpire una chiesa ha un significato terribile, significa attaccare un luogo di culto
dove si va a pregare il Dio unico e onnipotente di tutti. Significa colpire la fede,
un bene prezioso della persona umana, la sua religione. Sono azioni contro Dio che
alimenta la paura”. Quindi ha concluso: “non so dire se questo attentato sia legato
ad un crescente clima di tensioni in vista delle previste elezioni di gennaio penso,
tuttavia, che tali azioni vanno a colpire anche le varie etnie e lo Stato stesso”.