Un miliardo e mezzo di persone nel mondo senza elettricità
Povertà estrema e impossibilità di accesso all’energia elettrica: è questa la condizione
di un miliardo e mezzo di persone nel mondo, l’80 per cento nei Paesi meno sviluppati,
molti dei quali appartengono all’area geografica dell’Africa subsahariana. Questi
i dati allarmanti del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (Undp) diffusi
nei giorni scorsi a Parigi. Il rapporto, realizzato in collaborazione con l’Organizzazione
mondiale della sanità (Oms), ha preso in esame 140 Paesi in via di sviluppo, 50 dei
quali considerati tra i meno avanzati, quelli, cioè, in cui la maggior parte della
popolazione vive sotto la soglia di povertà, individuata in meno di due dollari al
giorno. La mancanza di energia elettrica è indicata come uno dei maggiori fattori
di povertà e sottosviluppo: ne soffre il 74 per cento dei Paesi dell’Africa subsahariana.
In particolare, usufruiscono della corrente elettrica meno del 3 per cento degli abitanti
di Burundi, Ciad e Liberia; meno del 5 di quelli di Rwanda, Repubblica Centrafricana
e Sierra Leone; in Asia, meno del 13 per cento della popolazione di Birmania e Afghanistan.
“Per tutti questi Paesi sarà molto difficile conseguire gli obiettivi di sviluppo
del millennio”, ha detto Minoro Takata, responsabile del settore Energia e ambiente
dell’Unpd. Per centrare l’obiettivo, infatti, servirebbe che un miliardo e 200 milioni
di persone in più beneficiassero di energia elettrica e che un miliardo e 900 milioni
usassero combustibili moderni. Il rapporto, infatti, conclude che il 45 per cento
della popolazione mondiale dipende ancora da combustibili solidi quali biomasse e
carbone, che ogni anno, secondo gli esperti, causano circa due milioni di morti per
malattie all’apparato respiratorio e tumori. (R.B.)