2009-11-23 15:31:06

Ituri: il vescovo di Bunia chiede azioni concrete contro l’ingiustizia


Un reale impegno per porre fine al clima d’insicurezza nella Repubblica Democratica del Congo: è quanto chiede mons. Dieudonné Uringi, vescovo di Bunia, capoluogo dell’Ituri. Il presule, in un memorandum inviato ai deputati locali, sollecita anche azioni concrete per promuovere uno sviluppo sostenibile nella regione. Il documento è stato inviato pochi giorni dopo l’uccisione di un sacerdote. Nonostante alcuni progressi per la pace e il miglioramento delle condizioni di vita a Bunia – spiega all’agenzia Misna mons. Dieudonné Uringi - “le terre sono ancora sottoposte a un’insicurezza permanente a causa dell’esistenza di milizie”. La situazione è preoccupante “in particolare nell’area di Geti dove uomini armati commettono misfatti ai danni della popolazione. L’insicurezza permanente sembra diventare fonte di arricchimento per alcuni in tutta impunità”. Il vescovo chiede inoltre con fermezza, giustizia per la morte di padre Jean-Gaston Buli, ucciso nella sua parrocchia di Nyakasanza nella notte tra il 9 e il 10 novembre. Il drammatico evento - ha ricordato il presule durante la messa per i funerali della vittima - “ci ricorda che lo Stato congolese dovrebbe fare più sforzi per porre fine alla violenza, ai saccheggi e alle uccisioni”. Non è più possibile “continuare a sopportare tale situazione”. Una situazione denunciata anche in questi giorni da altre fonti che hanno espresso preoccupazione per la sorte di circa 40.000 sfollati costretti ad abbandonare i loro villaggi a causa delle continue minacce. Rivolgendosi ai deputati dell’Ituri, mons. Uringi ha sottolineato infine che “il Sinodo dei vescovi tenutosi ad ottobre a Roma ha dimostrato con chiarezza la volontà della Chiesa di lavorare per la pace e la riconciliazione in Africa”. Dopo l’uccisione di padre Buli il vescovo ha ordinato la chiusura ‘sine die’ della parrocchia di Nyakasanza. (A.L.)







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