Il presidente iraniano Ahmadinejad in America Latina
Comincia dal Brasile la visita in America Latina del presidente iraniano Ahmadinejad.
Una tappa che, alla vigilia dell’arrivo del leader della Repubblica islamica, ha scatenato
proteste nel Paese sudamericano, dove un migliaio di manifestanti è sceso in piazza
nei quartieri centrali di Rio de Janeiro. Alla base della missione di Ahmadinejad,
i temi del nucleare, la politica internazionale e il commercio. Il presidente iraniano
si recherà anche in Bolivia e Venezuela. Sui motivi di questa missione, Giada Aquilino
ha intervistato Marcella Emiliani, docente di Storia e Istituzioni del Medio
Oriente all’università di Bologna-Forlì ed esperta di questioni iraniane:
R. – Non
da ora, ma sin dalla sua prima presidenza Ahmadinejad sta cercando di aggregare un
fronte chiaramente antiamericano tra i Paesi del Sud del mondo. Ha sempre trovato
una sponda - sono grandi amici - in Chavez, presidente del Venezuela, con cui sono
arrivati addirittura a prefigurare un mercato del petrolio in euro per contrastare
l’assetto attuale.
D. – Eppure in Brasile ci sono
state polemiche e proteste contro Ahmadinejad: che fronte è quello che è sceso in
piazza?
R. – A parte Chavez, Ahmadinejad non ha una
gran buona stampa in America Latina, questo va detto: chiaramente l’America Latina
è molto sensibile al vicino americano e sa benissimo che mettersi in rotta di collisione
con gli Stati Uniti - per quanto Obama non sia Bush junior - non è una buona politica.
Quindi, al presidente brasiliano Lula, per esempio, interessa molto di più una distensione
con Obama che non mettersi a fare il “guerrigliero” a livello internazionale: “guerrigliero”
nel senso delle intenzioni e dell’andare contro. Però bisogna anche considerare un’altra
cosa: il Brasile è uno di quei Paesi che fornisce, nell’ambito della cooperazione
Sud-Sud, cioè tra Paesi del Sud del mondo, il maggior numero di tecnologie “adattate”.
È un Paese che esporta molte tecnologie in diversi campi, tecnologie di cui l’Iran
ha bisogno perché gli sono chiuse le porte della tecnologia occidentale.
D.
– Di quale tipo di tecnologia si tratta?
R. – Anche
militare, perché i due maggiori venditori a livello internazionale di tecnologie militari,
chiamiamole “adattate”, sono proprio il Brasile e Israele. Però sono anche tecnologie
che servono per la piccola e media industria meccanica, che servono per l’agricoltura.
Quindi il range è molto vasto.
D. – Questa visita
nei tre Paesi latinoamericani, tra l’altro, cade nel bel mezzo di una nuova fase di
negoziati internazionali sul nucleare iraniano…
R.
– L’Iran sta cercando sponde per poter premere, non certo all’interno del Consiglio
di Sicurezza o dei 5 più 1, ma nell’ambito dell’Assemblea generale dell’Onu. Detto
in parole povere: l’Iran sta perseguendo con estrema determinazione la sua politica
nucleare, ma più va avanti più si trova isolato a livello internazionale e quindi
si moltiplicano le iniziative per spezzare tale isolamento.