Il cardinale Grocholewski: importante ruolo delle Università cattoliche nel mondo
Si è svolta nei giorni scorsi, presso la Pontificia Università Gregoriana, l’Assemblea
generale della Federazione internazionale delle Università cattoliche. L’incontro,
organizzato a vent’anni dalla Costituzione Apostolica di Giovanni Paolo II sulle Università
cattoliche, ha offerto l’opportunità di riflettere sulle principali sfide emergenti
e sulla missione degli atenei cattolici nelle società multiculturale di oggi. Cosa
è emerso? Fabio Colagrande lo ha chiesto al cardinale Zenon Grocholewski,
prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica:
R. – Penso
che il principale frutto di questo incontro sia il rafforzamento della consapevolezza
della missione dell’Università cattolica nel mondo. Noi sappiamo che in tutto il mondo
sono più o meno 1500 le Università cattoliche, che lavorano in condizioni molto diverse.
Abbiamo prestigiose università anche nelle nazioni dove i cattolici sono pochissimi.
Per esempio, qualche anno fa sono stato invitato dal governo di Taiwan a visitare
l’Università cattolica e le scuole cattoliche in questo Paese, dove i cattolici sono
pochissimi. Sappiamo che a Taiwan i cattolici sono l’1,3 per cento, ma l’Università
cattolica di Taipei Fu Jen cresce ogni anno di mille studenti. Ha, dunque,
un grande prestigio. E’ un bene che queste università cerchino di collaborare tra
loro e in questo modo anche di discutere sulla missione dell’Università cattolica
nel mondo. Io penso che sia una missione di estrema importanza, perché abbiamo bisogno
nella Chiesa di intellettuali cattolici, giuristi cattolici, politici cattolici, giornalisti
cattolici, medici cattolici: di questo abbiamo bisogno. E il compito delle Università
cattoliche è fare questo. Per noi è una grande gioia che le Università cattoliche
crescano. Nascono sempre nuove università ed è una grande gioia che molte di queste
abbiano anche un grandissimo prestigio. Penso che l’Università cattolica debba avere
due qualità: essere per prima cosa una buona università e poi, dall’altra parte, dal
punto di vista dell'identità cattolica, forte. Queste università hanno futuro e potranno
veramente contribuire al bene dell’umanità.
D. –
Ecco, lei crede che oggi gli atenei cattolici, le facoltà ecclesiastiche, abbiano
un ruolo particolare, in un contesto culturale segnato dal secolarismo, dal relativismo,
come ha detto il Papa?
R. – Anzi, hanno un grande
compito. Io devo dire che ho parlato con un ministro e mi ha detto, in una nazione
dove c’è un’Università cattolica, che sono disposti ad appoggiare questa università
finanziariamente, se è cattolica; se non è cattolica non gli interessa, perché hanno
le loro università. Ma se è cattolica diventa un interlocutore nel mondo accademico
che porta la propria specificità. E questo è molto importante. Noi sappiamo che dopo
il crollo del comunismo, nei Paesi post-comunisti sono nate delle Università cattoliche.
Prima è nata in Ungheria - ed ha anche un grande prestigio - poi in Slovacchia, e
adesso speriamo in quella che apriremo in Croazia, dove ho visto tutti molto contenti
che ci sia una specifica università che vuole arricchire la discussione a livello
nazionale, a livello accademico.
D. – E’ preoccupato
del clima culturale che si sta diffondendo in Europa, esemplificato dalla recente
sentenza della Corte dei Diritti Umani di Strasburgo sul Crocifisso?
R.
– Io penso che questa recente sentenza potrebbe avere anche un effetto positivo. Abbiamo
visto tante reazioni: tanti si sono sentiti in un certo senso offesi, perché rispettiamo
la minoranza ma dobbiamo rispettare anche la maggioranza. La Croce è un simbolo che
non offende nessuno. Se c’è qualcuno aperto agli altri sono proprio quelli che onorano
la Croce. Qui c’è una grande apertura. Tutta la storia europea è impregnata fortemente
dal cristianesimo. Anche la Francia si proclamava liberale, ma Sarkozy, qui a Roma,
ha detto che la Francia ha essenzialmente radici cristiane, che ha cercato di valorizzare.
Io penso che questo fatto della Croce costringerà a ripensamenti e ad approfondire
la questione e forse avrà un effetto positivo.