A Roma i colloqui tra Chiesa cattolica e Comunione anglicana. Intervista con l'arcivescovo
Rowan Williams
Al via oggi, a Roma, i lavori della Commissione incaricata di preparare la terza fase
del dialogo teologico internazionale tra la Chiesa Cattolica e la Comunione Anglicana.
Questo importante appuntamento segue l’incontro di sabato scorso in Vaticano tra il
Papa e il primate della Comunione anglicana, l’arcivescovo di Canterbury, Rowan
Williams. Tra i temi al centro dei colloqui, la Costituzione apostolica approvata
dal Pontefice per gli anglicani che desiderano entrare nella Chiesa cattolica. Su
tale questione ascoltiamo quanto ha detto l'arcivescovo Rowan Williams al Papa. L’intervista
è di Philippa Hitchen:
R. – Naturally,
I wanted to express some concerns… Naturalmente ho voluto esprimere alcune
preoccupazioni riguardo al modo in cui è stata annunciata la Costituzione, perché
molti anglicani, me compreso, si sono sentiti un po’ in difficoltà, non tanto per
i contenuti quanto per alcuni messaggi che sono stati dati; perciò avevo bisogno di
confrontarmi col Papa su alcune di queste preoccupazioni e ritengo che siano state
espresse e ascoltate in uno spirito molto amichevole.
D.
– Cosa le ha detto il Papa, qual è stato il suo messaggio?
R.
– I think it was that the Constitution did not represent any change… Ritengo
che il messaggio sia stato che la Costituzione non rappresenta alcun cambiamento nell’atteggiamento
del Vaticano nei confronti della Comunione anglicana: e a questo proposito è stato
pubblicato - riguardo al nostro incontro - un Comunicato molto chiaro che parla dei
nuovi colloqui tra cattolici e anglicani e che il Papa vuole che proseguano.
D.
– Quali sono i suoi sentimenti verso gli anglicani che considerano la conversione
al cattolicesimo la scelta migliore?
R. – I think
that people who become Catholic... Io ritengo che le persone che passano
al cattolicesimo lo facciano con convinzione, con coscienza. Buon per loro. Ora, tra
quelli che non diventano cattolici, ce ne sono alcuni che sono anglicani tradizionali
e che non sono soddisfatti della direzione che la Comunione anglicana sta prendendo
circa l‘ordinazione delle donne. Non toccherò qui la questione dell’omosessualità.
Quindi, quello che vorrei dire è semplicemente che all’interno della Comunione anglicana
è presente una gamma molto ampia di posizioni teologiche che varia dai favorevoli
all’ordinazione delle donne, a quelli che credono si tratti di un tema che non dovremmo
discutere da soli, ma che dovremmo risolvere con le altre Chiese. Ma è tutto all’interno
di uno spettro di posizioni. Non voglio che questo spettro si restringa: ecco perché
mi preoccupo di tenere più persone possibili attorno ad un tavolo.
D.
– All’inizio di dicembre lei presiederà una funzione ecumenica a Copenaghen, prima
della Conferenza sui cambiamenti climatici. Questa è una vera priorità per lei, oggi?
R.
– Yes, it is definitely. Sì, lo è senz’altro.
D.
– Cosa spera venga raggiunto? Qual è il suo messaggio ai leader mondiali che si riuniranno
a Copenaghen?
R. – I think the main message... Penso
che il messaggio principale sia di capire, prima di tutto, che non si può far finta
che la questione dei cambiamenti climatici non sia urgente e importante. Quali che
siano i dettagli, il problema della degradazione dell’ambiente è davanti ai nostri
occhi. Quindi, questa è la prima cosa: è un problema urgente, è visibile, e va affrontato
subito. La seconda cosa è che essere impegnati nella salvaguardia dell’ambiente è
una buona cosa, che si eviti o meno il disastro del cambiamento climatico. Vivere
in armonia con la creazione di Dio è una vita migliore e non il contrario. Quindi,
dobbiamo farlo perché è giusto, perché migliora la vita e significa servire Dio. Quindi,
è urgente ed è giusto. Metta tutto questo insieme e la conclusione è abbastanza ovvia:
facciamo qualcosa!
D. – Come lei sa, si parla
di una visita del Papa nel Regno Unito nel 2010. Che accoglienza potrebbe ricevere
il Papa dai non cattolici?
R. – I think it would
depend… Penso che dipenderà molto da come il Papa parlerà a tutta la società
britannica e non solo ai cattolici. Penso che sia molto significativo che il cardinale
Newman sia il centro della visita, perché Newman non è solo proprietà della Chiesa
cattolica romana: è stato uno dei grandi intellettuali e letterati del XIX secolo
e io ho incoraggiato il Santo Padre a pensare a Newman in quel senso, come ispirazione
di ciò che dirà alla società britannica.