Usa: leader religiosi firmano un manifesto sulle questioni etiche contrario alla
linea di Obama
Citando Martin Luther King e la sua rivendicazione alla disobbedienza civile, un gruppo
di personalità religiose americane, fra le quali vescovi cattolici ed esponenti delle
chiese evangeliche, cristiane e ortodosse, ha lanciato un pubblico “richiamo alla
coscienza cristiana”, per invitare i fedeli a non seguire le proposte dell’attuale
amministrazione americana in tema di aborto, matrimoni gay, ricerca sulle cellule
staminali. Nella dichiarazione, i firmatari precisano di parlare “come singoli individui,
non in nome delle nostre organizzazioni, ma per conto delle nostre comunità”. E chiedono
ai loro fedeli che su temi come “vita umana, matrimonio, libertà religiosa” venga
seguita “la parola di Dio e non quella di Cesare”. “Anche in un regime democratico
possono esserci leggi ingiuste” scrivono nel loro manifesto, evocando Martin Luther
King jr. “La nostra fede ci insegna che, di fronte a leggi gravemente ingiuste o che
ci conducono a comportamenti immorali, è necessaria la disobbedienza civile”. Per
questo motivo, i firmatari mettono nero su bianco che non “obbediranno” a leggi che
possano condurre a “facilitare gli aborti, la ricerca che distrugge gli embrioni,
l'eutanasia, il suicidio assistito, o qualsiasi altro atto che violi la dignità dell'uomo”,
né si sentiranno vincolati a norme che consentano i matrimoni tra coppie dello stesso
sesso. Il manifesto - illustrato a Washington alla vigilia dell'apertura in Senato
del dibattito sulla riforma sanitaria, voluta dal presidente Obama - è stato firmato
tra gli altri dal presidente del Segretariato delle attività pro-vita della Conferenza
episcopale degli Stati Uniti, il cardinale Justin Rigali, dall'arcivescovo di Washington,
mons. Donald Wuerl, dal vescovo della Hope Christian Church di Washington, Harry Jackson,
dal primate della Chiesa Ortodossa d'America metropolita, Jonah Paffhausen, e da Chuck
Colson, ex consigliere di Richard Nixon che finì in prigione nell'ambito dello scandalo
Watergate. (V.V.)