2009-11-22 14:37:56

Usa: leader religiosi firmano un manifesto sulle questioni etiche contrario alla linea di Obama


Citando Martin Luther King e la sua rivendicazione alla disobbedienza civile, un gruppo di personalità religiose americane, fra le quali vescovi cattolici ed esponenti delle chiese evangeliche, cristiane e ortodosse, ha lanciato un pubblico “richiamo alla coscienza cristiana”, per invitare i fedeli a non seguire le proposte dell’attuale amministrazione americana in tema di aborto, matrimoni gay, ricerca sulle cellule staminali. Nella dichiarazione, i firmatari precisano di parlare “come singoli individui, non in nome delle nostre organizzazioni, ma per conto delle nostre comunità”. E chiedono ai loro fedeli che su temi come “vita umana, matrimonio, libertà religiosa” venga seguita “la parola di Dio e non quella di Cesare”. “Anche in un regime democratico possono esserci leggi ingiuste” scrivono nel loro manifesto, evocando Martin Luther King jr. “La nostra fede ci insegna che, di fronte a leggi gravemente ingiuste o che ci conducono a comportamenti immorali, è necessaria la disobbedienza civile”. Per questo motivo, i firmatari mettono nero su bianco che non “obbediranno” a leggi che possano condurre a “facilitare gli aborti, la ricerca che distrugge gli embrioni, l'eutanasia, il suicidio assistito, o qualsiasi altro atto che violi la dignità dell'uomo”, né si sentiranno vincolati a norme che consentano i matrimoni tra coppie dello stesso sesso. Il manifesto - illustrato a Washington alla vigilia dell'apertura in Senato del dibattito sulla riforma sanitaria, voluta dal presidente Obama - è stato firmato tra gli altri dal presidente del Segretariato delle attività pro-vita della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, il cardinale Justin Rigali, dall'arcivescovo di Washington, mons. Donald Wuerl, dal vescovo della Hope Christian Church di Washington, Harry Jackson, dal primate della Chiesa Ortodossa d'America metropolita, Jonah Paffhausen, e da Chuck Colson, ex consigliere di Richard Nixon che finì in prigione nell'ambito dello scandalo Watergate. (V.V.)







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